Giacomo Tranchida a Trapani non arresta la sua corsa, le liste ultimate sono in aumento, sono sette, potrebbero diventare dieci.
Corre insieme a Tranchida l'UDC di Mimmo Turano, la non gradita presenza dei centristi dello scudo crociato è un problema degli alleati tranchidiani, che però “devono svincolarsi dalle vecchie logiche” come dice lo stesso Tranchida, che non cessa la sua campagna elettorale da un punto all'altro della città.
Due i forum programmatici, allestiti tra ieri e oggi, per consentire ai cittadini di apportare un contributo di idee al suo programma.
“Le alleanze degli altri candidati sindaco - dice Tranchida - si sono costituite per bloccare me, non per fare altro”.
Poca organizzazione per il centro destra che ancora non riesce a sciogliere alcuna riserva, al proprio interno non ci sono idee chiare.
La convergenza sull'altro competitor, Vito Galluffo, non è così scontata, tanti i nodi da sciogliere e a fare da ago della bilancia sarà Tonino d'Alì, non disdegnerebbe una candidatura vicina ai fratelli Salvo e Felice D'Angelo.
Tutto in alto mare, il quadro delle alleanze del centrodestra non è risolto e potrebbe portare a qualche sorpresa.
A Trapani Livio Marrocco dialoga con la Lega, rappresentando i Sovranisti, ma se farà una scelta sarà orientata a seguire le carte di d'Alì, non dei leghisti che si sono lanciati nella mischia pensando di avere lista e candidato sindaco ma al momento c'è un nulla di fatto.
Si spacca Diventerà Bellissima, tempi difficili per il neo eletto coordinatore Paolo Ruggieri che registra dei malumori della classe dirigente trapanese.
In molti hanno deciso di non attendere ulteriori riunioni di centrodestra, convergeranno su Giacomo Tranchida ritenendola l'unica alternativa possibile per la rinascita della città.
Tranchida imbarca proprio tutti, questo stare insieme viene aspramente criticato da Nino Oddo, segretario regionale del PSI: “Insieme ma per che cosa?
Non sono pregiudizialmente contro le alleanze locali fra forze aventi collocazioni ideologiche diverse. I socialisti lo fecero a Trapani ed Erice nelle precedenti amministrative. Ma la convergenza era su un progetto, la Grande Citta'. Un' idea per il futuro di questo territorio. La gioiosa macchina da guerra messa in campo dal mio amico Giacomino, sfido chiunque a sostenere il contrario, non ha alcuna idea progettuale per il futuro della città. E' difatti un' accozzaglia di pezzi di nomenclatura politica locale che si assembla in vista della gestione del potere. Non mi risulta che neanche si siano incontrate collegialmente. Anzi molte si detestano fra di loro. Il collante e' la speranza di vittoria e il proprio spicchio di potere che il candidato sindaco ha garantito nelle trattative con i singoli interlocutori. Se questo è il nuovo che avanza, mi onoro di appartenere ai nostalgici della prima repubblica”.
Continua la campagna elettorale di Peppe Bologna che è proiettato alla realizzazione di una Nuova Città, partendo dalla riduzione del disagio sociale, affrontando la questione del Piano Regolatore, contenere la burocrazia comunale e riducendo i problemi legati alla differenziata.
Bologna mira poi ad un sistema di trasporti che possa mettere in rete porto e aeroporto, l'obiettivo principale è quello di dare vita ad una città che possa unire le varie comunità limitrofe, per un totale di 120 mila abitanti.
L'appello del candidato è quello di recarsi alle urne per esprimere responsabilmente un voto: “Non votare significa: non aver diritto di criticare, non partecipare alla vita della comunità di cui facciamo parte, rinunciare ad un diritto e lasciare che altri decidano per te, non utilizzare i benefici che saranno riconosciuti se si raggiungerà almeno il 65% dei votanti, esser trascurato e svalutato, essere considerato poco importante”.