Il 9 gennaio 2018, a bordo di una Jaguar, ci sono un uomo e una donna. La macchina sfreccia veloce ed Arianna, che l’uomo dovrebbe assumere come promoter, è preoccupata: “Attento!”.
Lui invece è sicuro di sé: “Fai guidare me... metti caso che sbattiamo... che facciamo? Scendiamo, ci paghiamo l'assicurazione e siamo apposto. Non ti preoccupare”.
L’uomo alla guida è Carlo Cattaneo, arrestato nell’operazione Anno Zero e accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.
E’ il dominus delle agenzie di scommesse a Castelvetrano ed in buona parte della Sicilia Occidentale, con un legame stretto con Rosario Allegra, uno dei cognati di Matteo Messina Denaro, arrestato con un altro cognato del latitante, Gaspare Como, sempre nella stessa operazione. Ma anche con Francesco Guttadauro, esponente di punta della famiglia mafiosa di Castelvetrano, arrestato nella operazione Eden del 2013.
In vista dell’assunzione della ragazza, è lo stesso Cattaneo a spiegarle la propria evoluzione imprenditoriale nel mondo delle scommesse sportive e il suo rapporto con il sito di scommesse Betaland.
Sulle prime Arianna crede che lui ne sia addirittura proprietario: “E Betaland è tuo?” L’imprenditore allora si racconta.
“No… c’è un’azienda che ha creato Betaland. Poi io con delle persone, che lavoriamo da tanto tempo assieme, ci siamo presi una quota...di Betaland. Ok? Queste persone, che sono io e dei ragazzi di Catania, ci siamo divisi le zone. Io mi occupo di questa zona, loro si occupano di quella zona di Catania…”
L’azienda, secondo quanto racconta Cattaneo, sarebbe nata da poco.
“All’inizio – prosegue - è nata che in Italia non poteva stare, ok? Per l'estero ha avuto un exploit enorme, ma io avevo diciotto anni e poi è finita, cioè è andata giù come sito, non era granchè. Basta, tutto qua. Io poi ho iniziato a fare il mio lavoro, mi sono aperto un'agenzia personale, poi ne ho aperto un'altra. E ho detto... io questo ho. E ne ho aperte un bel po'. Poi mi sono creato il mio marchio... ho fatto il mio marchio, eccetera. Onestamente ho fatto bene con il mio marchio 17 NERO”.
E, agenzia dopo agenzia, ha cominciato a proporlo.
“E quindi l'azienda che mi dava a me il sito dice ‘guarda che bravo Carlo’. E ne ho fatte tipo venti, trenta, quaranta, poi cinquanta. Poi mi sono fatto il mio largo... Capito come funziona?”
Arianna rimane ammirata: “Ok... quindi tu eri prima sotto qualcuno... […] Siccome sei diventato bravo, ti sei fatto il tuo…”
E lui: “So fare il commerciante, evidentemente”.
Peccato però che 17 NERO non sia solo un marchio, ma un sistema illegale ideato da Cattaneo che, “avvalendosi del sostegno della famiglia Messina Denaro – si legge nelle carte degli inquirenti - è riuscito a realizzare nella Sicilia occidentale un vasto network di centri di commercializzazione di siti di gioco on line in cui ha parallelamente diffuso e gestito propri siti illegali, che gli hanno garantito introiti settimanali di ingenti somme di denaro”. Parte di questi introiti, secondo gli investigatori, erano destinati alla mafia di Castelvetrano e di tutta la provincia di Trapani.
Ma come funzionava il “sistema 17 NERO”?
Le indagini tecniche svolte dalla Dia, lo hanno ricostruito in modo puntuale.
La piattaforma opererebbe su due distinti piani. Uno “legale”, dalla faccia pulita, attraverso le agenzie di scommesse a marchio Betaland, perfettamente in regola con le prescrizioni dell’AAMS (Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato), promosse sul territorio da Cattaneo e dai suoi dipendenti. Un altro illegale, molto più conveniente, costituito da alcuni siti con estensione ".com" di sua proprietà. Con questi siti Cattaneo, in totale evasione fiscale, può quotare le scommesse sugli eventi sportivi a condizioni decisamente più favorevoli per gli scommettitori, rispetto alle piattaforme legali ad estensione ".it".
E nel caso di controlli della polizia o del personale AAMS? Niente paura, perché il banner per accedere è invisibile. Solo gli operatori sanno su quale parte della schermata occorre cliccare per essere indirizzati ad uno dei siti con estensione “.com” di proprietà dello stesso Cattaneo. E quindi, il gestore dell’agenzia di scommesse, spinto dalle più alte provvigioni che riesce ad ottenere rispetto al circuito legale Betaland, propone ai clienti più fidati di scommettere sulle piattaforme “.com”.
Provvigioni più alte per il gestore e quotazioni degli eventi sportivi più alte per gli scommettitori.
E le transazioni? Ovviamente avvengono esclusivamente per denaro contante. Garantendo un volume d’affari che consente al Cattaneo di conteggiare diverse centinaia di migliaia di euro a settimana, così come emerso dalle videoriprese eseguite all’interno del suo ufficio di Castelvetrano. Diverse mazzette di banconote, parte delle quali ritornate ai vari agenti e subagenti sparsi nella Sicilia occidentale per pagare provvigioni e vincite degli scommettitori.
Insomma, tutto in nero. Anzi, in 17 NERO.
La 17 Nero srl, infatti, a fronte dell’ingente volume d’affari, emerso dalle intercettazioni, ha sempre dichiarato le briciole: 3.311 euro nel 2013, 2.156 euro nel 2014, 3.946 euro nel 2015 e 105 euro nel 2016 (anno davvero sfortunato).
Sempre dalle intercettazioni è stato possibile anche individuare i metodi che Carlo Cattaneo “utilizzava per occultare i proventi della sua redditizia attività di raccolta illecita di scommesse on line. Il denaro o viene nascosto in appositi nascondigli o viene reimpiegato in attività produttive, quali l’acquisto della pizzeria “Miros”, in cui Cattaneo ha stabilmente impiegato i figli di Saro
Allegra, assicurandogli entrate mensili certe e lecite”.
Il sistema di circolazione dei flussi di denaro utilizzato da Carlo Cattaneo, individuato dalla Dia, era assolutamente invulnerabile ai controlli esercitati dalle autorità di vigilanza.
Un’invulnerabilità fornita dalle cosiddette carte “skrill”, carte di pagamento prepagate al portatore, riconducibili alla società inglese Srill Limited LTD. Praticamente delle carte cieche, sulle quali è possibile versare denaro, effettuare prelievi di contanti allo sportello e trasferire somme da una carta all’altra solo con un indirizzo e-mail collegato originariamente al conto-madre presso l’istituto di credito inglese.
Come risalire ai titolari delle carte “skrill”? La Dia ci aveva provato, attraverso i numeri emersi dall’attività di intercettazione, ma la società britannica ha risposto che “non è possibile fornire alcuna indicazione in merito”.
In tutto questo, le indagini avrebbero dimostrato l’infiltrazione della famiglia mafiosa dei Messina Denaro, prima ad opera di Francesco Guttadauro e poi, dopo il suo arresto, di Saro Allegra.
Gli interessi della mafia si dimostrano ancora una volta sensibili ai soldi. Non solo droga ed estorsioni, ma anche supermercati, energie rinnovabili, appalti e… scommesse.
Un interesse ricambiato da molti imprenditori, che ne traggono un reciproco vantaggio. Ecco perché da anni vengono proclamati diversi re: il re dei supermercati nelle grandi distribuzioni, il re del vento nelle rinnovabili e adesso anche il re delle scommesse.
Un sistema “monarchico” difficile da debellare, anche dopo l’eventuale cattura di Matteo Messina Denaro.
Egidio Morici
Qui una precisazione di Betaland