Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
30/04/2018 10:24:00

Attivisti in corteo a Trapani: “Liberate la Iuventa, la solidarietà non è reato”

“La solidarietà non è reato”. Questo lo slogan degli attivisti antirazzisti siciliani, che ieri hanno sfilato in corteo per il centro di Trapani per chiedere la liberazione della Iuventa, la nave della Ong tedesca Jugend Rentett, sotto sequestro dallo scorso agosto.

Nel volantino, diffuso dal Forum Antirazzista Palermo, viene chiesta anche la sospensione dell’accordo Italia-Libia e degli accessi legali e sicuri ai paesi europei.Il blocco della Iuventa, secondo gli attivisti, starebbe avvenendo in spregio al diritto del mare, alle convenzioni internazionali e alla nostra Costituzione.

Ogni giorno in cui queste navi restano ferme – si legge ancora nel volantino - è una condanna a morte per centinaia di persone che annegano (35.000 morti in 15 anni, oltre 3000 dall’inizio del 2018) o che vengono riportate indietro nell’inferno della Libia, tappa obbligatoria nel viaggio
verso una vita migliore, dove subiscono violenze, stupri, fame, schiavitù”
.

Per la procura trapanese, la Ong tedesca avrebbe favorito l’immigrazione clandestina insieme agli scafisti e la Cassazione ha respinto la richiesta di dissequestro della Iuventa, presentata dai legali della Ong.
Secondo gli attivisti invece, il sequestro sarebbe un pretesto per non avere testimoni ai respingimenti collettivi che avvengono nel Mediterraneo, proprio come sarebbe avvenuto per la Open Arms dell’organizzazione Proactiva, sequestrata nel porto di Pozzallo e poi liberata.

Egidio Morici