«L'orso? Te le faccio mangiare...». Non è una nuova proposta culinaria, ma la (presunta) minaccia per cui sono finiti a processo davanti al Tribunale di Trapani due trentini residenti a Pergine, ma originari della valle dei Mocheni. Bersaglio delle frasi «incriminate», ancora una volta rimbalzate senza freni inibitori su Facebook, era il segretario del Partito animalista europeo, il siciliano Enrico Rizzi ( nella foto ).
Anche questa vicenda giudiziaria si inquadra (a parti invertite) nel botta e risposta ad alto potenziale diffamatorio che si scatenò dopo la morte del presidente del consiglio regionale Diego Moltrer, stroncato da un infarto il 17 novembre 2014 durante una battuta di caccia nella sua valle dei Mocheni.
Rizzi si scatenò sul web attaccando con frasi vergognose e feroci il politico trentino, definito «assassino, infame e vigliacco». Frasi per cui la settimana scorsa il leader animalista è stato condannato per diffamazione dalla Corte d'appello di Trento (5.000 euro di multa più 34 mila euro da pagare ai familiari di Moltrer a titolo di risarcimento del danno).
Le frasi contro Moltrer innescarono, ovviamente, molte reazioni indignate. Qualcuno, però, su Facebook si lasciò andare a risposte, altrettanto scomposte, contro Enrico Rizzi. Questi a sua volta sporse querela ed ora si profila un nuovo processo, in tribunale a Trapani. Imputati sono due trentini che il 18 novembre del 2014 non trovarono nulla di meglio da fare che accapigliarsi sul web sparando bordate contro il leader animalista. Pesanti, e in parte impubblicabili, sono le frasi contestate nel capo di imputazione. Il primo imputato è accusato di minacce per aver detto: «Vieni a Pergine e chiedi di me... ti faccio mangiare un'orsa intera con cuccioli annessi... e quando manifestate in Trentino avvertimi che vengo a spaccarti il culo». Il secondo imputato è stato ancor più pesante: «mentre uccido un camoscio...» (il resto della frase si può anche omettere).
Sono espressioni pesanti, incivili, ma forse non configurano il reato di minaccia aggravata. La prospettiva di far mangiare a Rizzi un'orsa è ovviamente del tutto irreale. E infatti la procura di Trapani chiese l'archiviazione del procedimento penale.
Rizzi però si è opposto, con successo. Il giudice ha infatti disposto l'imputazione coatta spalancando la strada al processo. La prima udienza davanti al giudice monocratico del Tribunale di Trapani è prevista per luglio. Ottimista l'avvocato Claudio Tasin, legale dei due imputati: «Non c'era - sottolinea - alcuna volontà di minacciare. Le frasi sono state scritte in un contesto particolare, con l'unico obiettivo di tutelare la dignità e la memoria di un rappresentante delle istituzioni molto stimato in tutto il Trentino».