Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
18/06/2018 06:00:00

Trapani, il caso del Mercato Ittico/1. Anni di pasticci e inefficienze

 Questa storia si svolge a Trapani. Riguarda dei cittadini trapanesi, pescatori, e il Comune, nelle persone dell’ex Sindaco Damiano, dell'ex Commissario Messineo, ma anche, se non sopratutto dei dirigenti comunali. Partiremo dal dicembre 2012 per arrivare fino a pochi giorni fa, maggio 2018. Il luogo è il mercato ittico al dettaglio di via Cristoforo Colombo. Dopo quasi sei anni dall’inaugurazione di questa struttura, la situazione rimane critica e precaria.

Nel 1998 dopo la ristrutturazione della ex Piazza Mercato del Pesce, ‘A Chiazza, il Comune constatò la mancanza del rispetto delle norme igienico-sanitarie, e decise di spostare la vendita del pesce. Da questo luogo storico e tanto amato dai trapanesi, il mercato venne spostato all’interno del porto peschereccio. Per diversi anni nella stessa struttura sita in via Cristoforo Colombo, si svolse sia il mercato delle minutaglie che la vendita all’ingrosso del pesce. Questa situazione andava a danneggiare sopratutto la vendita all’ingrosso, quindi gli operatori del settore, chiesero di separare i due mercati.

Finalmente nel 2012 viene spostato il mercato ittico al dettaglio in una propria “struttura”, in via Cristoforo Colombo presso l’area Demaniale ex Coop S. Alberto, ceduta gratuitamente dal Demanio Marittimo al Comune. All’interno dell’area è presente una delle due tensostrutture lasciate come “ricordo” dei tempi in cui Trapani era la Città della vela (così indica il cartello di benvenuto all’ingresso della città). Dopo pochi mesi dall’inaugurazione del nuovo mercato, si riscontrano subito i primi problemi.

8 febbraio 2013, un comunicato del Comune annuncia che gli ulteriori lavori che sta svolgendo l’amministrazione daranno la possibilità ai pescatori di operare “nel pieno rispetto delle norme igienico-sanitarie”. Così non era come si può vedere dalla foto sopra, nonostante fosse stato già inaugurato il luogo. Banchetti fatiscenti, assenza di bagni e mancanza di un piano di pulizia giornaliera, sono le carenze riscontrate.

15 marzo 2013, il Sindaco Damiano effettua un sopralluogo nell’area adibita a mercato perché il forte vento ha danneggiato la tensostruttura e non ha permesso la regolare vendita da parte dei pescatori.

19 aprile 2013, dopo vento e norme igieniche, sorge un nuovo problema: l’abusivismo. L’operazione congiunta di Polizia Municipale, Capitaneria di Porto, Polizia di Stato sezione di mare, Compagine Guardia di Finanza, ASP Servizio Veterinario porta al sequestro 59 kg di pescato messo in vendita irregolarmente. Non riuscirà a denunciare nessun venditore perché alla vista delle forze dell’ordine si sono dati alla fuga. Di operazioni di questo tipo negli anni ne saranno fatte a decine.

12 maggio 2014 il mercato inizia ad essere chiuso dal Comune, per le “precarie condizioni igieniche” e necessita di un intervento straordinario di pulizia. Il sindaco Damiano, in carica in quegli anni (2012-2017), in un comunicato stampa dice: “Ho dato le direttive agli uffici per programmare ulteriori interventi strutturali per migliorare e mantenere le condizioni di fruibilità, l’amministrazione comunale ha già ricevuto apprezzamenti per le iniziative adottate che permetteranno anche di fare rientrare al meglio, il mercato del pesce fra gli itinerari turistico-gastronomici”.

La struttura necessita di concrete azioni di adeguamento, i pescatori sono stanchi di lavorare in pessime condizioni igieniche che si traducono in minori guadagni. La zona senza l’adeguata pulizia diventa male odorante, l’acqua a fine giornata non defluisce e ristagna. Il vento crea forti disagi e lascia gli operatori in balia delle avversità meteorologiche.

Nel 2015 l’amministrazione, attraverso la Fondazione Gruppo di Azione Costiera “ Torri e tonnare del litorale trapanese” (adesso di chiama FLAG), indice un cottimo fiduciario per l’affidamento della fornitura di banconi, lavamani e paratie esterne. Nel bando di gara al punto 2.1.2 vengono indicate le caratteristiche che devono avere i banchi, i lavelli e le paratie esterne. È prevista una fornitura di 64 banchi temporanei di esposizione in acciaio inox (AISI 316), di 10 lavamani e di 124,7 MQ di paratie esterne a protezione del vento. I banconi e i lavamani devo essere collegati alla rete idrica e allo scarico in modo da rendere efficace la pulizia. I lavori devono essere consegnati dalla ditta vincitrice entro 45 giorni naturali. I fondi, euro 113.799,18 iva esclusa, sono stati stanziati dal Fondo Europeo per la Pesca nell’ambito del programma Operativo 2007-2013.

A luglio 2015 è stata effettuata la prima procedura di gara, ma è andata deserta. Il 5 ottobre viene effettuata una nuova procedura di gara in cui partecipano solamente due ditte delle dieci che erano state invitate a partecipare: la Grasso forniture s.r.l. e la Nautica AeD s.r.l. La seconda ditta verrà esclusa per non osservanza delle formalità di invio della documentazione. Ad aggiudicarsi il bando sarà la ditta Grasso forniture s.r.l. con un’offerta al ribasso dello 0,01 %. A presiedere la commissione valutatrice vi è l’Arch. Vincenza Canale, coadiuvata dall’Arch. Antonino Alestra.

Questi due dirigenti li ritroveremo ancora, nel prossimo capitolo della storia che vi racconteremo domani.


Dario Lo Giudice

Questa inchiesta è stata realizzata durante il corso di giornalismo "Raccontare il territorio, difendere la legalità", organizzato a Trapani, nei mesi di Aprile e Maggio, da Tp24.it e Rmc 101.