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13/07/2018 06:00:00

Il bioimpianto potrebbe risolvere il problema rifiuti del trapanese.Tutto fermo da 5 anni

C'è il progetto di un bioimpianto che potrebbe risolvere il problema dei rifiuti in provincia di Trapani ma chi lo ha presentato attende una risposta da oltre cinque anni dalla Regione Sicilia.

E’ una storia di rifiuti, una storia paradossale come tante in Sicilia. E' la storia che vede protagonista l’imprenditore milanese Gianluca Moro che da cinque anni attende un decreto sospeso da parte del dipartimento Ambiente della Regione Siciliana, con il parere che stranamente era stato dato favorevole e il giorno dopo è stato bloccato.

Moro ha presenato un progetto per la realizzazione di un impianto di nuova generazione per lo smaltimento dei rifiuti con produzione di biogas e riutilizzo dei materiali indifferenziati. Una nuova tecnologia, chiamata “Miniera artificiale”, per un impianto che da solo potrebbe accogliere tutti i rifiuti prodotti dalla provincia di Trapani, 500 tonnellate al giorno, producendo energia sostenibile e materiale per la differenziata.

Invece, Moro, si ritrova dopo tutti questi anni a chiedere di risarcimento danni da almeno dieci milioni di euro perché si sente preso in giro dalla Regione. E’ stato il primo a portare le campane per il vetro a Milano e ha collaborato con il sindaco di Napoli Antonio Bassolino per risolvere l’emergenza. A luglio del 2013 l’impreditore ha presentato il progetto Best al comune di Mazara alla presenza del direttore del dipartimento dei rifiuti della Hinkley University of Florida, il centro di ricerca più importante degli Stati Uniti nella gestione dei rifiuti solidi urbani, dove ha mandato a studiare i suoi collaboratori per apprendere le innovazioni tecnologiche che avrebbe applicato al progetto Best.

A Mazara Moro dice di aver trovato sostegno per il progetto e dopo un anno ha trovato anche il luogo dove localizzare l’impianto, una vecchia cava in disuso. L’impianto di fatto accoglie il rifiuto indifferenziato e lo posiziona in delle vasche che da un lato producono poi biogas e dall’altro consentono di recuperare quel che rimane del rifiuto facendo diventare la vasca «una miniera», perché il prodotto differenziato viene poi rivenduto sul mercato del riuso. L’impianto è affiancato anche da una mini discarica. Ma vediamo l’iter alla Regione oggi bloccato. Il dipartimento Acque dà parere positivo, ma per chiudere la conferenza dei servizi ha bisogno della Valutazione di impatto ambientale (Via) dell’assessorato al Territorio.

Ecco cosa è accaduto dal racconto stesso Moro: “Nel 2014 dal dipartimento Acque e rifiuti mi inoltrano una nota per conoscenza del dipartimento Ambiente, datata 5 agosto, - racconta Moro a Repubblica - con la quale si dice che la nota del 4 agosto del dirigente Gaetano Gullo è da ritenersi annullata, ma noi non avevamo mai ricevuto nulla. Scopriamo che la nota del 4 agosto, a firma Gullo, dava parere favorevole al nostro progetto. Poi il giorno dopo stranamente si rimangiava tutto. Facciamo ricorso al Tar e lo vinciamo nel 2015. Ma da tre anni non ho più notizie e attendiamo il decreto di Via, negativo o positivo che sia”. “Moro si chiede perché tutto questo e perché non gli hanno mai risposto? Che cosa non funziona nel suo impianto o forse perché rompe con il sistema e dà fastidio ai grandi padroni delle discariche?"