Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
05/08/2018 06:00:00

Che bellezza. Sono tornate le tartarughe in Sicilia e sulla costa trapanese

Le tartarughe sono rettili vertebrati dotati di polmoni che vivono in alto mare, preferibilmente in acque non troppo fredde e – soltanto le femmine – ritornano sulla terra per l’ovo deposizione.

Sono protette dalla legge italiana – non è consentito pescarle, né commercializzarle – in quanto la Caretta Caretta, la specie più comune del Mediterraneo, è tra gli animali in via d’estinzione.

Ogni esemplare femmina ha un imprinting che la guida a nidificare nello stesso luogo in cui è nata, questo è il motivo per cui l’isola di Lampedusa è associata all’ animale, che da secoli ha scelto la spiaggia chiamata Isola dei Conigli per riprodursi.

È di questi giorni la notizia di un nido nella spiaggia di Valderice e un altro (per la prima volta!) sulla spiaggia Marsalese. Questo, se da un lato fa molto piacere, deve farci riflettere sul comportamento dell’animale, evidentemente molto disorientato.

Gli studiosi temono che il comportamento umano – l’affollata presenza, la rumorosità, e chissà, forse gli odori di creme e prodotti da noi utilizzati, in altre parole l’antropizzazione del loro habitat – sia la causa della minore affluenza delle tartarughe.

Il fenomeno della nidificazione, infatti, non avviene ogni anno e in Sicilia c’è stata un’allarmante diminuzione dei nidi. Basti pensare che nell’estate del 2017, a Lampedusa, non ha deposto nessuna tartaruga. Per fortuna, l’estate precedente, c’erano ben 9 nidi, ed in diverse spiagge, oltre che all’Isola dei Conigli.

Se è vero che in ogni nido si trovano circa un centinaio di uova, va sottolineato che un numero così elevato non garantisce maggiore sopravvivenza alla specie; vediamo perché.

Prima di tutto, una tartaruga non nidifica ogni anno, bensì ogni 3-5 anni, ed a partire dai 15/20 anni d’età, ovvero quando raggiunge lo stato di maturità – le tartarughe sono longeve e possono vivere fino a cento anni.

La nidificazione, inoltre, non è così semplice per loro. È capitato che un esemplare probabilmente disturbato da fattori esterni, abbia fatto le sue uova in acqua, un ambiente non consono per la nascita dei piccoli, per cui nessun uovo è riuscito a schiudersi.

Anche dopo una corretta ovo deposizione, i pericoli non mancano. Prima di tutto perché le uova, simili ad una pallina da ping-pong, hanno un guscio sottile e, dunque, fragilissimo. Questo è il motivo per cui la femmina scava un fosso di circa mezzo metro sulla sabbia e lo ricopre interamente, prima di tornare in acqua lasciando i suoi cuccioli.

Ammesso che un piccolo riesca ad uscire dal guscio, dovrà affrontare mille pericoli nel tragitto che va dal nido fino all’acqua, dove passerà la sua esistenza – gabbiani, ratti, cani, conigli e altri animali selvatici potrebbero cibarsene. E, anche nelle acque marine, granchi ed altri animali potrebbero attaccarlo. Per questo motivo, appena scoperto, il nido si protegge con un recinto e una rete metallica in modo da non far penetrare nessun animale.

Che dire dell’animale uomo?

Al centro di recupero di Lampedusa, gestito dal WWF, ci spiegano che gli esemplari “ricoverati” vengono portati dai pescatori poiché si feriscono ingoiando ami oppure si affogano con pezzi di plastica e sacchetti (spesso scambiati per meduse, loro cibo abituale). Il sito del WWF informa, inoltre, che il mese scorso, una tartaruga è stata trovata morta su una spiaggia di Siracusa, probabilmente vittima di un incidente con il mezzo meccanico che di notte pulisce le spiagge.

Ma torniamo alle nascite, con un punto della situazione in Sicilia che, insieme a Calabria e Basilicata, è la regione in cui avviene la deposizione delle caretta caretta.

A luglio, una tartaruga ha nidificato sulla spiaggia della Guitgia, a Lampedusa, proprio la stessa del 2016. Un altro nido si trova attualmente a Santa Maria di Focallo, in provincia di Ragusa, e uno a Siculiana, in provincia di Agrigento, oltre ai due già citati, nelle zone del trapanese.

Tra circa due mesi, le uova si schiuderanno e i piccoli, della dimensione media di 5 centimetri, faranno il loro percorso verso il mare aperto, nel quale cresceranno fino ad arrivare alle dimensioni di oltre un metro (come misura del carapace).

Il sesso del nascituro è influenzato dalla temperatura media a cui è avvenuta l’incubazione; la temperatura più bassa dà vita ad esemplari maschi.

Oltre al WWF, Legambiente si occupa, a Lampedusa, di favorire la riproduzione di questa specie, monitorando e pulendo la Riserva dell’Isola dei Conigli, a sud ovest dell’isola. Qui ci sono degli orari di accesso ben precisi, proprio per lasciare all’animale la tranquillità necessaria per la deposizione.

Si stima che soltanto una tartaruga su mille riesca ad arrivare all’età adulta, ecco perché è importante tutelare questo splendido animale, uno dei più antichi abitanti della terra.

 

Sabrina Sciabica