Il 30° anniversario dell’omicidio di Mauro Rostagno sarà quest’anno affidato a numerosi incontri che si svolgeranno a Trapani e a Valderice, ma anche in tutta Italia: a Trento, a Torino, a Palermo, a sottolineare lo spessore non solo locale di Mauro. Ci sarà una partecipazione corale delle istituzioni: quale differenza col 1988, quando alla notizia del fatto, il consiglio comunale di Trapani non ritenne di dover interrompere la seduta in corso. Quest’anno, in più, si svolgeranno attività che vedranno impegnati ragazzi dei quartieri popolari e, al cimitero di Valderice, a un passo dalla tomba di Mauro, parteciperanno da protagonisti persone che provano il disagio a vivere. Tutte cose che gli sarebbero piaciute moltissimo. Intanto il tempo è passato, il processo è ancora in corso, e resta nella nostra memoria la fatica per aiutare a farlo partire: l’appello alle istituzioni, corredato da 10.000 firme di cittadini comuni, fu determinante quanto meno a scuotere la coscienza civile.
Attendiamo le motivazioni della sentenza d’appello, poi seguirà il giudizio in Cassazione. La verità processuale non è ancora scritta sul marmo, ma i nomi dei colpevoli a questo punto interessano poco. La verità sostanziale, quella sì, è ormai assodata: Mauro informava ogni giorno i cittadini, e facendolo, spronandoli a rifiutare lo stato delle cose con la sua proverbiale ironia, leggerezza e musicalità, compiva un atto rivoluzionario, e perciò intollerabile al potere, mafioso, massonico, imprenditoriale e burocratico corrotto. Lo scenario storico, del resto, è ormai chiarito nelle sentenze dei tribunali e nei libri degli studiosi: depistaggi, servizi segreti deviati, logge massoniche, tutto è ormai fin troppo chiaro. E tutto ciò a prescindere dalle sorti processuali degli imputati, a cui i cittadini e noi di Ciao Mauro siamo totalmente disinteressati. Ricordando il concittadino trapanese Mauro Rostagno la società civile e responsabile si propone di aiutare l’intera comunità ad accumulare il capitale sociale necessario per liberarsi dalle mafie e dalle criminalità economiche, per costruire, come diceva Mauro, una “società in cui valga la pena di trovare un posto”.