Potrebbe esserci un secondo bando per i voli a Trapani Birgi. Se, come nelle previsioni, le offerte arrivate riguardano tutti i lotti messi in gara, allora con le somme che restano si può indire un nuovo bando.
E’ quello che emerge a due settimane dalla scadenza del bando per la promozione e l’incremento delle presenze turistiche in provincia di Trapani, che tradotto è quella procedura che il territorio porta avanti da anni per comprare voli.
Tra una settimana dovrebbe essere tutto molto più chiaro sull’esito della gara per i voli a Trapani Birgi. Le commissioni della Cuc, la centrale unica di committenza, di Comiso che gestisce il bando si insedieranno e gestiranno le offerte che sono arrivate. Non molte, soltanto due, quelle di Alitalia e di Blue Air. Grande assente Ryanair, che non ha partecipato al bando, non ha presentato nessuna offerta abbandonando di fatto ogni interesse per il Vincenzo Florio. Ryanair stanca di una gestione raffazzonata dell’aeroporto e del territorio, messo sotto da una presenza politica asfissiante che non ha creato negli ultimi anni il giusto assetto su cui potersi muovere la compagnia irlandese. Una economia, quella turistica della provincia di Trapani, drogata dagli aiuti pubblici a favore di compagnie aeree, il tutto senza una organizzazione sistemica del comparto turistico. Considerazioni, queste, che sono state fatte in questi mesi di evidente tracollo di appeal del territorio.
Il bando per i voli da e per l’aeroporto di Trapani Birgi è stato finanziato dalla Regione Siciliana. Un bando da oltre 11 milioni di euro Iva esclusa, che comprende 25 lotti, ossia 25 destinazioni o aree geografiche di interesse con le quali collegare Trapani: 14 rotte nazionali e 11 internazionali. La formula di questo bando, ossia la suddivisione in lotti, è stata studiata per superare le osservazioni del Tar che bocciò mesi fa il primo bando, e consentire a più compagnie di presentare offerte anche per un singolo lotto-destinazione. Il risultato però non è stato di quelli sperati. Solo due compagnie hanno infatti presentato offerte, Alitalia e Blue Air. Si tratta di compagnie che già operano su Trapani Birgi, che effettuano già delle tratte. Potrebbe succedere, quindi, che Alitalia e Blue Air abbiano presentato offerte per tratte che già fanno, e in più riceverebbero dei soldi, pubblici, per confermare ciò che prima veniva garantito. Uno smacco per l’aeroporto e per questo territorio. Per questo motivo è facile ipotizzare che possano restare delle tratte scoperte, soprattutto per quelle internazionali. E queste tratte potrebbero essere rimesse in gara con le somme che sono rimaste. Di tutto questo se ne saprà di più nei prossimi giorni.
Intanto è in stallo la situazione societaria. Da mesi si parla di una fusione con l’aeroporto di Palermo, una fusione tra Gesap e Airgest. Durante l’ultima riunione dei soci di Airgest c’è stato un nulla di fatto sul punto della fusione. Poi il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha incontrato il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani, a Bruxelles. Musumeci ha annunciato a Tajani una rivoluzione nel trasporto aereo siciliano: “Con il presidente Tajani abbiamo concordato l’opportunità di proporre l’unificazione in due sole società di gestione dei sei aeroporti dell’Isola, due dei quali, Lampedusa e Pantelleria, usufruiscono delle tratte sociali”.
L’idea sarebbe quella di unire in un’unica società gli aeroporti di Palermo, Trapani e Pantelleria, e un’altra società per la Sicilia Orientale con Catania, Comiso e Lampedusa. Ma per fare tutto questo passerà molto tempo, anche anni.