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27/10/2018 12:14:00

Messina Denaro e le stragi del '92. Ad una riunione c'era anche Provenzano, vestito da ...

 Prosegue a Caltanissetta il processo a carico di Matteo Messina Denaro, boss latitante di Castelvetrano, ritenuto tra i mandanti delle stragi mafiose del 1992. Nell'ultima udienza è stata ascoltata Giusi Vitale, figura più unica che rara di "pentita" all'interno di Cosa nostra, sorella dei boss di Partinico legati ai Corleonesi. Vitale ha ricordato proprio una riunione preparato alle stragi del '92 che si tenne nelle campagne di Partinico. Vitale era giovane, aveva 20 anni, ma ricorda di aver preparato dei panini per quella riunione, durante la quale, ad un certo punto, arrivò un'auto con un Vescovo a bordo. Altri non era che Bernardo Provenzano. Alla riunione parteciparono, tra gli altri, Riina, Bagarella, e Matteo Messina Denaro, riferimento di Cosa nostra nel trapanese. 

Gli stessi Riina, Provenzano e i Messina Denaro, macellai di bassa lega, furono utilizzati dalle stesse raffinate menti che agirono in ombra affinché si compissero le stragi. A determinare la nascita e la morte di governi, l’economia e le sorti del Paese, non fu certo il Riina di turno che oltre a rivendicare le stragi si fece vanto di aver fatto fare la “fine del tonno” a Falcone, senza capire che a lui avevano fatto fare la vita del sorcio per poi morire come un ratto in una fogna, mentre altri hanno goduto degli immensi capitali accumulati e di quell’esercizio del potere tanto caro ai boss di “cosa nostra”. 

Nel corso della prossima udienza al processo contro Matteo Messina Denaro, a Caltanissetta, dovrebbe deporre il pentito Carlo Zichittella, ex uomo d’onore avversario dei corleonesi, che a seguito del summit tenutosi nel dicembre del ’91, quando Riina diede l’ordine di eliminare i reggenti della famiglia di Marsala, si rivolse agli “stiddari” di Agrigento Giuseppe Grassonelli e Orazio Paolello, progettando omicidi eccellenti.