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31/10/2018 06:00:00

Marsala. Voi che picchiate le donne, non siete uomini, siete solo...

di Rossana Titone -  Il confine è stato valicato, la mancanza di rispetto e la non tolleranza delle diversità altrui si è palesata.
Non si tratta di casi isolati, c'è una propensione all'aggressione verbale e fisica. Ogni giorno.
Succede, a Marsala, che una sera due amiche decidono di uscire per passare in spensieratezza il sabato sera.
Tutto tranquillo fino a quando una delle due viene schernita da un gruppo di altri ragazzi, uomini e donne, per il taglio dei capelli corti e per l'abbigliamento mascolino. Iniziano le spinte, i calci, i pugni.
Si chiama omofobia. Troppo spesso dimentichiamo di utilizzare le parole per quello che sono, ne abbiamo paura nel pronunciarle, forse per la durezza. Dobbiamo farlo.
La nostra società è alla deriva. Chi stabilisce come si devono tagliare i capelli? Chi stabilisce come ci si veste? Se una felpa è troppo larga per una donna o una camicia troppo scollata? Chi decide chi si debba amare e come, dove?
Odio e aggressività pervadono i social, le nostre strade, e finiscono inesorabilmente per colpire fisicamente qualcuno. E' accaduto.
Sacche di intolleranza che crescono a dismisura, c'è sempre un nemico da trovare, da combattere e da picchiare.
E' il clima del Paese tutto, da nord a sud. E va bene a tutti, purchè non capiti mai nulla a vostro figlio, nipote, sorella.
E allora forse è necessario riflettere: quello che è accaduto è gravissimo, a questo si accompagni il fatto che troppo poco si parla di discriminazione e di tutela dei diritti e delle differenze.

Siamo diversi, e non c'è cosa più bella. Ognuno con la capacità di potere arricchire più e meglio la società. Dal rispetto e dalla tolleranza nasce la condivisione di spazi umani, che devono coesistere in un mondo che va verso la globalizzazione e l'inclusione.
Ci possono essere altre situazioni simili che non vengono denunciate, che rimangono nell'oscurità.
Chi può decidere quale sia il giusto orientamento sessuale? Nessuno.  L'episodio accaduto mostra, intanto, l'intolleranza di questi ragazzi che hanno deciso di pestare una loro coetanea, una intolleranza che si chiama bullismo omofobo e che svela tutta la diseducazione verso una società multiculturale.
E' la fotografia del nostro tempo, orde di ragazzini e ragazzine vestiti tutti uguali, sotto i riflettori di un grande fratello, pronti al like sui social, perdendo di vista quello che è davvero la vita normale, reale.
La diversità, la capacità di accettare chi decide di amare un'altra persona dello stesso sesso, passa dal rispetto.
E mi rivolgo a voi, voi che avete preso a calci e pugni questa ragazza: mi fate pena.
Si, pena. Perchè siete vittime della miseria culturale e umana, siete quelli che ancora pensano che essere omosessuali sia una malattia mentale.
Mi fate pena, perchè avete tanto odio dentro, e anche stronzaggine.
Mi fate pena, perchè non avete alcun posto nella società e nessuno ne sentirà mai la mancanza.
Mi fate pena, perchè siete gli stessi che ad una ragazza che indossa una felpa larga date della lesbica, e a chi indossa una minigonna una poco di buono.
Mi fate pena, perchè avete deciso di erigere muri dentro i quali rimarrete da soli.
Mi fate pena, perchè non siete forti. Siete stronzi.