“La polizia giudiziaria comunicava altresì che il nonno materno della persona offesa era fratello della moglie del mafioso GANDOLFO Giuseppe, appartenente ad un’importante cosca marsalese, operante negli anni 1950-60”.
E’ quanto scrive il sostituto procuratore della repubblica di Marsala Giuliana Rana nella richiesta di archiviazione inoltrata al giudice per le indagini preliminari in merito alla querela per diffamazione che l’avvocato Peppe Gandolfo (la “persona offesa”) ha presentato contro Gianluca Rallo, ex attivista del M5S, qualche tempo prima le ultime elezioni amministrative che a Marsala hanno portato in Consiglio comunale, per i grillini, l’architetto Aldo Rodriquez, esponente dell’ala “gandolfiana” del movimento creato da Grillo e Casaleggio, che a Marsala ha in mano anche la locale associazione antiracket, specializzata nella costituzione in serie come parte civile nei processi, senza aver mai aiutato un commerciante o un imprenditore a denunciare realmente usura o estorsione.
La querela è stata presentata a seguito dei duri scontri interni al M5S di Marsala. La componente che aveva costituito il primo meet up (o parte di questa) si opponeva, infatti, all’ingresso di quella che fa riferimento all’avvocato Peppe Gandolfo, proprio per i dubbi su certo modo di intendere l’”antimafia”.
Gandolfo in una infuocata riunione fu definito “politicante” da Gianluca Rallo per le sue pregresse esperienze politiche (Pd, Italia dei Valori, etc.). Un’accusa grave nel contesto pentastellato, tanto che Gandolfo decise di abbandonare quella riunione. Non prima, però, di un duro scontro verbale filmato e registrato con un telefonino.
Il procedimento per il quale il pm chiede l’archiviazione (archiviazione alla quale Gandolfo si è opposto e per questo il 6 dicembre si terrà un’udienza camerale davanti al gup Francesco Parrinello) “trae origine – scrive il sostituto Giuliana Rana – dalla querela presentata da Gandolfo Giuseppe nei confronti di Rallo Gianluca il quale, nel corso di una discussione pubblicata sulla pagina Facebook “Movimento 5 Stelle Marsala”, utilizzando il nick name “Sos Marsala”, avrebbe offeso il querelante, definendolo ‘politicante’ ed aggiungendo che “se poi si dice che il nonno di Peppe Gandolfo era un mafioso si rischia la denuncia… quindi di cosa stiamo parlando… forse di un avvocato dell’antimafia che fa minacce da mafioso?”.
Da qui gli accertamenti del giudice e l'annotazione: “La polizia giudiziaria comunicava altresì che il nonno materno della persona offesa era fratello della moglie del mafioso GANDOLFO Giuseppe, appartenente ad un’importante cosca marsalese, operante negli anni 1950-60”.
Facendo, poi, riferimento all’articolo 21 della Costituzione, il pm Rana rileva che le “espressioni utilizzate dall’indagato sulla pagina del social network, seppur a tratti sgradevoli, sono evidentemente sorte in un contesto polemico e litigioso”. E che Rallo “manifestava il suo pensiero per quanto accaduto ed, in particolare, criticava le modalità attraverso le quali la persona offesa (Gandolfo, ndr), nel corso del diverbio, aveva reagito ad una sua affermazione”. Il magistrato inquirente conclude affermando che a suo parere “non si ravvisa in tale manifestazione del pensiero il superamento dei limiti imposti dalla giurisprudenza”, ritenendo che “non sussistano gli elementi per ritenere integrato il reato di diffamazione”. Gianluca Rallo, fratello di Stefano Rallo, che è stato candidato pentastellato alle comunali e alle regionali, è difeso dall’avvocato Vincenzo Forti, anche lui ex attivista del M5S che ha abbandonato il movimento in quanto non condivideva l’ingresso della componente che fa capo a Peppe Gandolfo e che ha riferimento nella deputata Piera Aiello, non a caso ex presidente dell’associazione antiracket di Marsala, che prima era intitolata a Paolo Borsellino e poi è stata costretta a cambiare nome dopo un duro attacco dello stesso figlio di Borsellino, Manfredi.