Sulla crisi che attraversa l'IRVO, l'Istituto Regionale del Vino e dell’Olio, interviene con una nota il sindacato UGL Sicilia con il suo segretario generale Giuseppe Messina che fa un po' il quadro di quanto vissuto in questi ultimi anni dall'Istituto e dai suoi dipendenti. Messina ricorda il valore dell'istituto nel garantire i vini e gli olii della Sicilia e non solo e che rimane uno dei pochi Enti virtuosi in Sicilia. Il responsabile dell'UGL Sicilia auspica e chiede alla politica di intervenire con il finanziamento di tre milioni di euro previsto nella legge finanziaria per rilanciare l'ente e affidargli la competenza sulla certificazione dei prodotti biologici. Questa la nota completa del sindacato sull'IRVO:
"La complessiva situazione debitoria dell’ex Istituto Regionale della Vite e del Vino è stata determinata - si legge nella nota dell'UGL - principalmente dai drastici tagli lineari operati dalla Regione Siciliana a partire dal 2012 sui capitoli destinati al funzionamento dell’Ente e alle attività promozionali:
- Il contributo per il funzionamento dell’istituto (comprensivo delle quote degli stipendi pari a 5,2 milioni per anno) veniva nel 2012 ridotto del 30% , da 6 a 4 milioni di euro; identica somma veniva data nel 2013, mentre nel 2014 veniva ulteriormente ridotta a 2,6 milioni; Solo a partire dal 2015, grazie all’intervento dell’Assessore Caleca il contributo è stato aumentato a circa 5 milioni di euro. Pertanto nel triennio 2012-2014 non sono state garantite dalla Regione Siciliana all’IRVO risorse da destinare agli stipendi ed alle spese di funzionamento generali per euro 7,4 milioni. Inoltre con la finanziaria regionale di agosto 2014 non è stato garantito il contributo per la promozione dei vini che fino al 2013 era di euro 2 milioni a fronte della realizzazione della partecipazione delle aziende vitivinicole ed olearie siciliane all’edizione del Vinitaly e del SOL di aprile 2014, determinando così un debito nei confronti dell’Ente Fiere di Verona.
Nonostante tali difficoltà finanziarie, l'IRVO con il suo qualificato personale tecnico ha garantito la certificazione e controllo dei vini siciliani a DO, contribuendo alla complessiva crescita qualitativa del settore vitivinicolo siciliano.
L'Istituto ha inoltre svolto un preminente ruolo tecnico nella definizione del disciplinare OEVO IGP Sicilia, riconosciuto dall'UE nel settembre del 2016, e successivamente nel controllo e certificazione dell'olio extra vergine di questo denominazione.
L’Istituto inoltre sia nel 2011, 2015 e nel 2018 si è aggiudicato la certificazione dei vini maltesi a DOC/IGT , contribuendo al miglioramento qualitativo dei vini di questo piccolo stato europeo a forte vocazione turistica.
L'IRVO unitamente al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha contribuito al riconoscimento UNESCO della "vite ad alberello di Pantelleria" quale patrimonio immateriale dell'Umanità a Parigi nel novembre del 2015, ottenendo un qualificato riconoscimento internazionale per il lavoro svolto dal team tecnico-scientifico coinvolto.
L'Istituto, ha inoltre, partecipato a due importanti progetti internazionali, nel quadriennio 2012-2015, nel Programma Operativo Italia-Malta, relativi all'importanza della coltivazione della vite nei territori delle isole minori siciliane e nelle isole maltesi, e, nella valorizzazione energetica della filiera vitivinicola ivi compresa la riconversione dell'anidride carbonica prodotta dalle fermentazioni dei vini.
Inoltre l'IRVO sempre nello stesso periodo ha partecipato a due progetti del PSR Sicilia Misura 16 caratterizzati da trasferimento di innovazione tecnologica nella produzione di vini e nella gestione dei vigneti con la "viticoltura di precisione", continuata anche in una collaborazione con l'Università francese SupAgro di Montpellier.
Tali esperienze, oltre a motivare fortemente il personale coinvolto, hanno avuto eco mediatica e prodotto lavori scientifici pubblicati su importanti riviste di settore.
E' da sottolineare anche che l'IRVO, su invito nel 2011 dell'Assessore Regionale all'Economia Armao, ha impiantato nell'inverno 2014 nel Feudo di Verbumcaudo sequestrato alla mafia 4,5 ettari di vigneto sperimentale costituenti la Banca siciliana del Germoplasma viticolo, con diversi vitigni antichi recuperati in questi ultimi anni dall'Assessorato Regionale dell'Agricoltura, con l'obiettivo di preservare un importante patrimonio di biodiversità e di sperimentare protocolli enologici con tali varietà di viti da trasferire alle aziende vitivinicole siciliane interessate.
Dal 2016, purtroppo, le attività scientifiche hanno segnato il passo e fino ad ora l'IRVO non partecipa ad alcuna azione progettuale con fondi nazionali e comunitari con altre aziende ed istituzioni di ricerca.
Su tale fronte sarebbe invece importantissimo avviare una progettualità che possa sull’intero territorio regionale coniugare innovazione tecnologica ecosostenibile nella produzione di vini ed oli e innovativa gestione dei vigneti ed uliveti con le più moderne metodiche di agricoltura di precisione, in collaborazione con le università siciliane, nazionali ed europee, con l’obiettivo di rendere la Sicilia la prima Regione italiana ed europea interamente monitorata con le più moderne tecnologie proximal and remote nella produzione e nella promozione di qualità dei suoi vini ed oli e di poter ampliare la certificazione su altri prodotti agricoli (esempio: miele, mandorle, latte e derivati, grano, etc), tutelando il “made in Sicily”, oggi tanto richiesto dalla filiera agroalimentare e dai produttori siciliani. E’ di questo l’IRVO ne è capace, visto le capacità professionali del proprio personale tecnico (Agronomi-Enologi-Chimici-Biotecnologi, Biologi, etc.).
Per fortuna il governo Musumeci, nella primavera del 2018, interviene in soccorso dell’IRVO, nominando il collegio dei revisori, mancante da oltre otto anni.
Grazie all’opera meritoria del neo collegio dei revisori, l’IRVO, oggi, risulta essere in regola con bilanci approvati sino al 2015 in attesa di approvazione (al momento manca il commissario straordinario che lo adotti).
Da definire il 2016 e 2017, ma non si ravvedono difficoltà di sorta, in quanto sin dal 2016 si è cercato di contenere i costi di gestione, diminuendo di gran lunga l’aspetto debitorio.
Da evidenziare che il penultimo Commissario Straordinario, dott. Marcello Giacone, intraprese con Verona Fiere le vie giudiziarie, che determinò la non insolvenza del debito, maturato nel 2013 (Vinitaly), nei confronti di Verona Fiere, per mancanza di liquidità. (somme promesse, poi, dalla politica regionale – assessori regionali all’agricoltura di turno - negli anni 2013-2014, ma mai incassate), determinando di fatto l’attuale situazione debitoria, in gestione commissariale.
Commissari nominati dal precedente Governo regionale. Per far fronte alla delicata vicenda con Verona Fiere, il governo attuale, varava la L.R. n° 8 maggio 2018 n° 8 art 36, assegnando all’IRVO la somma di 3 milioni di Euro, provenienti dall’acquisizione da parte della Regione degli immobili dell’Istituto.
Somme mai pervenute nelle casse dell’Istituto, in quanto gli uffici regionali ad oggi non hanno provveduto al completamento della complessa istruttoria relativa all’acquisizione degli stessi immobili. (sono passati 5 mesi).
Tra l’altro, pare, che l’attuale direttore dell’Istituto, non abbia avviato alcuna opposizione, ne proposto eventuale “concordato” con Verona Fiera, proprio, per mancanza di liquidità finanziaria, promessa ma mai elargita.
Solo un immediato intervento politico, può porre fine a questo stillicidio, concordando con Verona Fiera un “PIANO DI RIENTRO”, liquidando la somma di 3.000.000 di euro, così come previsto nella legge finanziaria n° 8-2018 art.36, e salvare l’Ente e i lavoratori.
Ad avviso dell’Ugl l’istituto può essere rilanciato aggiungendo altre competenze in materia di certificazione, per esempio, di tutti i prodotti biologici; aspetto non di poco conto che consentirebbe di moltiplicare gli incassi, determinando un circolo finanziario virtuoso.
La certificazione non può che restare saldamente nelle mani pubbliche, respingendo al mittente ogni tentativo, in essere, di gestione privata.
Oltre 2 milioni annui d’incasso, con prospettive di ulteriore crescita, fanno gola a tutti.
Chiediamo al Governo regionale di difendere la professionalità dei lavoratori dell’IRVO mantenendo in mano pubblica la certificazione.
A giorni l’Istituto rischia, per via degli scioperi che saranno proclamati, la sospensione delle certificazioni dei vini a D.O. e degli Oli, per la mancanza di risorse finanziarie utili alla quotidiana gestione e al pagamento degli emolumenti al personale, creando forte disagio alle aziende interessate.
Si precisa infine che l'Istituto Regionale Vini e Oli di Sicilia (IRVO), è unico Ente VIRTUOSO della Regione Siciliana.
Negli ultimi anni, più volte questa Organizzazione Sindacale ha denunciato le difficoltà gestionale dell’Ente evidenziando, oltre modo, il ruolo strategico che lo stesso esercita a favore dei comparti, come quello vitivinicolo ed olivicolo siciliano.
Questa O. S. invita la politica tutta, a rivedere la gestione dell’IRVO, che passa attraverso il rilancio dello stesso, assegnandole ove possibile, altre competenze e altre risorse finanziarie, e l’individuazione del nuovo C.d.A, assente da quasi un decennio. Infine da evidenziare che attualmente l’IRVO è sprovvisto di commissario straordinario, a far data dal 30.09.2018".