La questione rifiuti in Sicilia è sempre al centro dell’agenda politica. Il nuovo piano preparato dall’assessore Alberto Pierobon, che ha già avuto un ok preliminare da Bruxelles, conta 21 nuovi impianti il cui iter autorizzativo è in corso da tempo e andranno ad aggiungersi alle discariche attualmente esistenti.
Insomma, se quanto annunciato da Nello Musumeci, nel corso della conferenza stampa ad un anno dall’inizio del suo mandato si avvererà e il piano rifiuti diventerà realtà, in tre anni, finalmente, l’Isola potrebbe essere autonoma nella gestione dell’immondizia. Il condizionale però è d'obbligo quando si tratta di rifiuti e di politica in Sicilia.
Con il nuovo piano e una differenziata del 65% entro tre anni (al momento la Sicilia è intorno al 30%), si dovrebbe arrivare ad una capacità di 7,9 milioni di metri cubi utili per garantire quell’autonomia di cui si diceva prima, grazie all’aumento della capienza delle discariche, con la settima vasca a Bellolampo e l’ampliamento di quella di Trapani e il funzionamento di quelle di Enna e Gela.
L’assessorato ai Rifiuti sta inoltre cercando di velocizzare le pratiche per 21 impianti di compostaggio, 12 ancora da autorizzazione e 9 che già sono autorizzati ma non sono mai stati realizzati. Se tutti fossero già operativi nelle stanze dell’assessorato si mormora che la Sicilia potrebbe anche importare i rifiuti da altre regioni. Questa sembra addirittura fantascienza ma la speranza, come si dice, è l'ultima a morire.
Il futuro piano rifiuti della Sicilia riguardo ai termovalorizzatori si rifà alla direttiva europea che dà priorità agli impianti di riciclo, poi a quelli di recupero delle materie e infine a quelli di recupero di energia. Verranno dunque privilegiati gli impianti di compostaggio e, al limite di biogas che producono metano e concimi dalla fermentazione della parte umida dalla differenziata.
Il piano dovrebbe essere approvato a breve e Musumeci ha garantito che, dopo un veloce passaggio al ministero, sarà operativo e permetterà di sbloccare i 170 milioni di contributi che non potevano essere erogati proprio perché non c’è mai stato un vero piano rifiuti. E' sempre stato presentato un progetto emergenziale. L’ultimo, quello approvato a maggio scorso da Angelini, il consulente per i rifiuti di Musumeci, anticipava le linee di quello nuovo.
Intanto i grillini contestano il ritardo nell’approvazione del piano definitivo. Secondo i deputati pentastellati e in particolare di Giampiero Trizzino, il rinvio dipende dalla mancanza di una versione definitiva. Per Trizzino il piano dovrà ancora ottenere la valutazione ambientale strategica e il via libera della commissione Ambiente dell’Ars. Poi serve il via libera anche della Srr e dei sindaci. Secondo il deputato cinquestelle, invece, il nuovo piano non potrà essere operativo prima dell’estate.