Energetikambiente aveva detto che era stato pulito e bonificato tutto. Ma alle Sciare di Marsala sembrano esserci più rifiuti di prima. Sembra che la discarica sia aumentata, e non è un bel vedere.
Tempo fa abbiamo pubblicato la lettera di un nostro lettore, Antonino Titone, che durante una passeggiata domenicale alle Sciare di Marsala, in contrada Digerbato, si è imbattuto in cumuli di rifiuti, anche pericolosi come amianto. Una distesa di spazzatura di ogni tipo. Materassi, materiale edile, sfalci, sacchi di rsu, legno, pezzi di mobili ed elettrodomestici. Di tutto, anche lastre di amianto.
Qualche giorno dopo la segnalazione fatta al nostro giornale, Energetikambiente, la società che gestisce la raccolta rifiuti a Marsala, ha comunicato di aver raccolto e bonificato tutto. Ha inviato anche le foto dei cumuli di rifiuti accatastati.
E adesso?
La situazione è come prima, se non peggio. Lo segnala nuovamente Antonino Titone, che ha fatto un’altra passeggiata alle Sciare.
Rifiuti ovunque. Materassi, pneumatici, carcasse di televisori e altri elettrodomestici. I soliti materiali edili, i soliti sacchi neri pieni di rifiuti di ogni genere, lavandini e sanitari. E poi plastica a volontà e l’immancabile amianto, a lastre, o pezzi di taniche.
Allora viene da chiedersi cosa ha bonificato Energetikambiente? O meglio, la società ha bonificato o ha soltanto accatastato i rifiuti in attesa di toglierli? Sono quesiti che si chiede anche Antonino Titone: “perché abusare ancora una volta della buonafede e della pazienza della gente pensante? Fino a quando? Quando capiremo che bisogna lasciare pulito per quelli che verranno e che nascondere le magagne create sotto il tappeto non farà altro che esasperare e complicare la vita dei nostri figli e nipoti? Quando si tornerà a curare gli interessi della Res Publica svolgendo seriamente i propri compiti specie se di carattere Istituzionale? Quando?!”.
Cosa è successo? Davvero non si riesce a tenere pulita un’area naturale così bella? Tra l’altro parliamo di una zona Sic, sito di interesse comunitario, e che è protetto dal WWF. Un sito unico ma che viene puntualmente maltrattato.