Non sempre è l’uomo il “carnefice” nei rapporti conflittuali tra ex coniugi. E’ il caso di una ex coppia che vede lei, trapanese, negare a lui, marsalese, il diritto sancito dalla magistratura a vedere il figlio minore.
La donna, secondo l’accusa, avrebbe anche minacciato l’uomo di morte e, armata di bastone, lo avrebbe cacciato di casa. Minacciando persino i due carabinieri intervenuti per consentire l’esecuzione del provvedimento della magistratura che disponeva il diritto del padre a vedere il bambino quando questo era con la madre.
Per questi fatti, la Procura di Trapani ha mandato la donna sotto processo. L’imputata deve difendersi dalle accuse di “mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice” (l’aver impedito all’ex marito di vedere il figlio), violenza privata sull’ex marito e minacce a pubblico ufficiale. In un’occasione, infine, avrebbe anche sfondato il lunotto dell’auto dell’ex marito mentre il bambino era all’interno del mezzo.
Ad assistere l’uomo sono gli avvocati marsalesi Stefano Pellegrino e Laura Errera. Il primo cura l’aspetto penale della vicenda, mentre la seconda quello civile.
Proprio a causa dei comportamenti della madre, in sede civile è stato disposto il collocamento del minore nel contesto paterno con divieti alla donna. Dopo la separazione, secondo l’accusa, la donna ha attuato tutta una serie di atti violenti contro il marito, anche in presenza del figlio, diretti ad allontanarlo fisicamente, usando la forza e screditandolo come uomo e come padre. Calunniandolo, inoltre, con due denunce in cui affermava che il marito avrebbe abusato del figlio. Dalle indagini della magistratura, però, è emerso che la donna si era inventata tutto. “Grazie ai miei avvocati Laura Errera e Stefano Pellegrino – dice l’uomo - sono riuscito a venire fuori da un vero e proprio incubo, non riuscivo a vedere mio figlio, non riuscivo neppure a sentirlo, non ero libero neanche di fargli un piccolo regalo o di portare un panino a scuola perché veniva buttato. Sono stato accusato di ogni infamia, sono stato picchiato e umiliato. Ringrazio chi lavora per tutelare i più deboli”.