Custodia cautelare confermata per Rosario Allegra, cognato del boss mafioso Matteo Messina Denaro, arrestato a maggio con l'accusa di associazione mafiosa.
È quanto si legge nel provvedimento della Cassazione sul ricorso presentato dall'indagato, a cui era stato contestato «il ruolo di affiliato della famiglia mafiosa di Castelvetrano» per la quale aveva una funzione «di gestione e di supporto logistico nel settore dei giochi e delle scommesse, nel contesto di un più vasto raggruppamento egemonizzato sul territorio della Sicilia occidentale da Matteo Messina Denaro». I giudici hanno riconosciuto il corretto operato del Tribunale del riesame di Palermo, che aveva emesso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere.
L'arresto era scattato in seguito alle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia e alle intercettazioni effettuate nel corso delle indagini. «Di queste intercettazioni - scrive la Cassazione - il Tribunale del riesame di Palermo forniva un'interpretazione ineccepibile sul piano logico-processuale, attraverso il loro inserimento in un compendio indiziario complessivo, che consentiva di ritenere dimostrati i rapporti associativi tra il ricorrente e gli esponenti del sodalizio mafioso».
Le indagini avevano confermato «che il ricorrente svolgeva un ruolo fondamentale per la gestione degli interessi economici ed imprenditoriali della famiglia mafiosa di Castelvetrano, nell'ambito della quale svolgeva una funzione di gestione e di supporto logistico nel settore economico dei giochi e delle scommesse». Il ricorso di Allegra è stato quindi respinto: la custodia cautelare è confermata vista la possibilità dell'indagato «di reiterare le condotte illecite».