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05/02/2019 06:00:00

Salemi, il Dna conferma che è Ciaravolo l'uomo carbonizzato. Per gli inquirenti è suicidio

Se c’erano ancora dubbi sulla vicenda di Francesco Ciaravolo, lo sposo cadavere di Salemi, i risultati delle analisi del Dna effettuate dal Ris di Messina li hanno dissipati, confermando che il corpo carbonizzato trovato agli inizi di gennaio nelle campagne di Salemi, a Piano Rizzi, a bordo della Mercedes bruciata, è proprio quello di Ciaravolo. Le indagini coordinate dalla Procura di Marsala confermerebbero che si sia trattato di suicidio.

 Gli inquirenti hanno visto un video che riprende Ciaravolo mentre riempie una tanica di benzina da un distributore vicino la zona in cui è stata trovata l'auto, quindi tutto fa pensare proprio al suicidio, anche se Ciaravolo, come è stato ricostruito, aveva qualche conto in sospeso per piccoli e grandi raggiri con molte persone.  Sin dall’inizio del caso sono state ascoltate parecchie persone per cercare di individuare soggetti che potessero avere motivi di rancore verso Ciaravolo. 

Il 29 dicembre scorso Ciaravolo doveva sposarsi nella chiesa San Francesco con un'infermiera di Castelvetrano, Vincenza Vaccaro, ma all’appuntamento non si è mai presentato, facendo saltare per la seconda volta il matrimonio. Proprio in quella giornata ad uno degli amici più stretti, Salvatore Drago, amico da venticinque anni, disperato gli ha confessato che non sarebbe andato in chiesa e ha minacciato di suicidarsi, gettandosi addosso della benzina. Drago, ha anche raccontato agli investigatori che il 2 gennaio avrebbe ricevuto un messaggio di scuse da parte di Ciaravolo, in cui prometteva di restituire i soldi delle spese affrontate e che avrebbe spiegato in seguito le vere motivazioni del mancato matrimonio.

Ciaravolo aveva un doppia vita; anzi, faceva credere di vivere una vita diversa da quella che realmente viveva. Diceva di essere proprietario di diversi vigneti in giro per il mondo, di avere un’azienda con 250 dipendenti in Polonia e attività in Sud Africa, titolare di abitazioni sull’isola di Panarea, ma anche socio del Mahara Hotel dove avrebbe dovuto festeggiare con un matrimonio sfarzoso e curato nei minimi dettagli. 

Per la procura l’ipotesi suicidio sembra totalmente tramontata. Inoltre, il nucleo familiare della mancata sposa sin dall’inizio è risultato essere lontano da eventuali contesti criminali. Per gli investigatori sarebbe da escludere una vendetta nei confronti dell'imprenditore. Nel passato di Ciaravolo c'è un piccolo precedente penale. E' stato, infatti, condannato a quattro mesi di reclusione e 60 euro di multa, con pena sospesa, per truffa, sia in primo grado dal giudice monocratico di Marsala Mario Faillaci sia dalla Corte d’appello il 19 maggio 2014. Il fatto risale al 2009, quando Ciaravolo chiese all'Enel l'allaccio per la fornitura di energia elettrica, ma fornendo il nome e il documento d'identità di un'altra persona, che poi si vide recapitare una bolletta di 246 euro. Ma tutto questo non basta a provare che qualcuno volesse fargli del male.