Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
22/02/2019 22:01:00

Messina Denaro? "Fin quando non lo prendono siamo tutti consumati"

"Fin quando non prendono Matteo Messina Denaro siamo tutti consumati". E' una delle frasi contenute nelle intercettazioni dell'operazione antimafia di oggi, 22 Febbraio. Un nuovo segnale di insofferenza dei mafiosi verso un capo "scomodo", considerato un "deficiente". A parlare è John Luppino: “Fino a quando non prendono a "questo" siamo tutti consumati ... perché ti legano tutti a questo deficiente”.

Gli fa eco Giorgi: “Finché non prendono questo cane di macogna, eh, in questo territorio faranno terra bruciata”. 

I carabinieri hanno trovato alcuni lingotti d’oro a casa del "re delle scommesse online" Calogero John Luppino, 39 anni, fermato oggi dai pm della dda di Palermo con l’accusa di associazione mafiosa insieme con Salvatore Giorgi, anch’egli campobellese, di 60 anni e Francesco Catalanotto, di Castelvetrano e gestore di un centro scommesse a Campobello di Mazara.

Luppino avrebbe controllato il settore economico dei giochi e delle scommesse affidando alcune agenzie a esponenti mafiosi e avrebbe inoltre destinato parte dei guadagni delle sue attività imprenditoriali al sostentamento delle famiglie mafiose di Castelvetrano, di Campobello di Mazara e di Mazara del Vallo, compresa quella di Matteo Messina Denaro. L’imprenditore è difeso dall’avvocato Antonio Ingroia.

Il fermo di indiziato di delitto è stato emesso dalla Dda di Palermo. Nell’operazione denominata "Mafiabet" eseguito anche un sequestro di beni da circa 5 milioni nei confronti degli indagati. Le indagini hanno permesso di monitorare la rapidissima ascesa imprenditoriale di Luppino nel mondo delle scommesse e dei giochi on line. Ascesa favorita in tutto e per tutto dagli affiliati ai mandamenti mafiosi di Castelvetrano e Mazara del Vallo, che obbligavano i vari esercizi commerciali a istallare i device delle società di Luppino e Giorgi, pena pesanti ritorsioni.