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02/03/2019 06:00:00

Pochi giorni al via per il reddito di cittadinanza. La Sicilia prima regione italiana

Dal 6 marzo sarà possibile fare le domande per ricevere il Reddito di cittadinanza. Nei giorni scorsi l'Autorità indipendente sui conti pubblici ha portato al senato una mappa nella quale stima l'incidenza percentuale di beneficiari sulla popolazione residente nelle varie Regioni.

Il risultato mette la Sicilia al primo posto in Italia, assieme alla Campania, con un'incidenza che supera il 12 per cento. Poi c’è la Sardegna, con l’8,9%, e la Puglia con il 7,7%.

Si stima che il 56 per cento dei nuclei beneficiari sia residente al Sud e nelle isole, mentre circa il 28 per cento nel Nord. "A fronte di un beneficio medio equivalente sostanzialmente omogeneo per area geografica, l'incidenza dei nuclei beneficiari è prossima a quella dei nuclei in povertà assoluta nel Sud (rispettivamente i nuclei beneficiari sono l'8,4 per cento nel Sud e il 9,8 nelle isole contro una incidenza della povertà assoluta, rispettivamente, del 10,2 e del 10,5 per cento)". 

Il beneficio economico lanciato dal governo, misura cardine dei Cinque Stelle, è stato lanciato in pompa magna nei giorni scorsi attraverso il portale www.redditodicittadinanza.gov.it. Il Reddito si prepara ora a diventare operativo, pur essendoci numerosi punti oscuri e il forte rischio di caos: basta citare il braccio di ferro con le Regioni per la gestione delle assunzioni di personale aggiuntivo nei centri per l'impiego o le indicazioni che mancano a Caf e Comuni per gestire rispettivamente le domande e le prese in carico nei servizi sociali.

In ogni caso, dal 6 marzo in poi sarà possibile fare domanda: online (serve lo Spid), presso i Caf o agli sportelli delle Poste. Poste italiane stamperà le card su cui saranno caricati i soldi: normalissime tessere prepagate gialle (come la Poste Pay), senza nome, numeri a rilievo, logo delle Poste e dotate di chip, che oggi il ministro mostrerà alla stampa. L'assegno di cittadinanza si compone di due somme: fino a 500 euro di integrazione al reddito e un contributo per l'alloggio (zero se si vive in casa di proprietà, 150 euro se si paga un mutuo, 280 euro se in affitto).

La situazione economica  e i dubbi - Il 30% dei contribuenti italiani dichiara meno di 10 mila euro all’anno. Al Sud la percentuale sale al 40%, nelle zone del Centro si attesta al 28%, mentre al  Nord viaggiamo attorno al 24%. Questo significa che 12 milioni di persone su 41 milioni vivono grazie a un reddito in linea con quello di cittadinanza. Buste paga leggere, poche ore, contratti stagionali e part-time. Lavori poveri, insomma. Ora spiazzati non solo dal sussidio dei Cinque Stelle, che assegna a un single fino a 780 euro al mese, 9.360 euro all’anno. Ma anche dall’emendamento votato in Senato che obbliga i suoi beneficiari ad accettare un posto solo se lo stipendio è di almeno 858 euro, il 10% in più di 780, ovvero 11.154 euro all’anno. Con una differenza di non poco conto. Il reddito di cittadinanza, misura di contrasto della povertà, è esentasse. Il resto no. Ne avevano parlato già Inps e Ufficio parlamentare di bilancio nelle loro audizioni parlamentari. Il sussidio rischia di disincentivare la ricerca di un’occupazione e incoraggiare “comportamenti opportunistici” - passare al nero - visto il panorama italiano già parcellizzato in lavoretti, come confermano anche i dati Istat di ieri e che non promette nulla di buono con la recessione incombente.

 La misura - Il reddito di cittadinanza è un sussidio destinato alla fascia di popolazione che si trova sotto la soglia della povertà assoluta. Quella, definita dall'Istat, di chi può contare su meno di 780 euro al mese. In questa fascia, stranieri inclusi, si trovano circa 5 milioni di persone, e circa 1 milione e 248 mila famiglie per circa 3,5 milioni di poveri assoluti (dalla relazione tecnica) (i dati Istat dicono: 1 milione e 778 mila famiglie che corrispondono a circa 5 milioni di poveri assoluti). Di queste famiglie, 241 mila solo quelle straniere che hanno i requisiti e possono richiedere il RdC. Quelle escluse sono 87 mila famiglie.

Il reddito di cittadinanza viene versato su una apposita carta, una normale PostePay, chiama Carta Reddito di Cittadinanza. A fronte di un sussidio medio pro capite di 2.171 euro annui, secondo l’Upb il 5,5 per cento dei percettori avrà un importo superiore a 6.000 euro annui, mentre per circa il 60 per cento dei percettori l’importo sarà a 3.000 euro annui. Per meno di un quarto dei percettori il beneficio scenderà ancora sotto 1.000 euro l’anno

I requisiti - Essere cittadini italiani, europei o lungo soggiornanti e risiedere in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi due in via continuativa; un ISEE inferiore a 9.360 euro annui; patrimonio immobiliare, diverso dalla prima casa di abitazione, fino ai 30.000 euro annui; patrimonio finanziario non superiore a 6.000 euro che può arrivare fino a 20.000 per le famiglie con persone disabili.