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04/03/2019 06:39:00

La rozza mafia di Agrigento: oltre trenta arresti, anche a Trapani. E c'è il capo ultrà

16,00 -  L' operazione che oggi ha portato all’arresto di 34 persone “è l’inizio di una storia criminale che ha inizio alla fine degli anni Novanta e che esplode nel 2015, quando la Dda si pone come obiettivo di contrastare l’ala militare dei boss mafiosi di Agrigento”. Così gli inquirenti della Dia, presentando i risultati dell’operazione antimafia. La lente di ingrandimento degli investigatori è puntata su Antonio Massimino, definito “soggetto di estremo spessore” , che dopo l’uscita dal carcere “ricostituisce la famiglia mafiosa di Agrigento” e lo fa prendendo “in considerazione i canoni normali di investitura”.

Ecco le persone raggiunte dalla misura cautelare: James Burgio, 25 anni di Porto Empedocle, inteso “Jenny”; Salvatore Capraro, di Villaseta (Agrigento) 19 anni; inteso “Ascella”; Angelo Cardella, 43 anni di Porto Empedocle; Marco Davide Clemente, 25 anni di Palermo inteso “Persicheddra”; Fabio Contino, 20 anni di Agrigento; Sergio Cusumano,56 anni di Agrigento; Alessio Di Nolfo, 33 anni di Agrigento; Francesco Di Stefano, 43 anni di Porto Empedocle, detto “Francois”; Daniele Giallanza, 47 anni di Palermo inteso “Franco”; Eugenio Gibilaro, 45 anni di Agrigento; Angelo Iacono Quarantino, 24 anni di Porto Empedocle; Pietro La Cara, 42 anni di Palermo, inteso “Pilota’ o “Corriere”; Domenico La Vardera, 38 anni, inteso “Mimmo”; Francesco Luparello, 45 anni di Realmonte; Domenico Mandaradoni, 31 anni di Tropea e residente a Francica; Antonio Massimino, 51 anni diAgrigento; Gerlando Massimino, 31 anni di Agrigento; Saverio Matranga, 41 anni di Palermo; Antonio Messina, 61 anni di Agrigento inteso “Zio Peppe”; Giuseppe Messina, 38 anni di Agrigento; Messina Valentino, 56 anni di Porto Empedocle; Liborio Militello, 58 anni di Agrigento; Gregorio Niglia, nato Tropea e residente a Briatico, 36 anni; Andrea Puntorno, 42 anni di Agrigento; Calogero Rizzo, 49 anni di Raffadali; Francesco Romano, 33 anni nato a Vibo Valentia e residente a Briatico; Vincenzo Sanzo, 37 anni di Agrigento, inteso “Vicè ovu’; Attilio Sciabica, 31 anni di Agrigento; Luca Siracusa, 43 anni di Agrigento; Giuseppe Tornabene, 36 anni di Agrigento inteso “Peppi lapa’; Calogero Trupia, 34 anni di Agrigento inteso “Cuccu” e Francesco Vetrano, 34 anni di Agrigento.

14,20 -  Era pronto anche a fare uccidere bambini per imporre il suo ruolo di boss di Agrigento. Dall'operazione Kerkent, coordinata dalla Dda di Palermo, emergono i contorni criminali spietati della figura di Antonio Massimino da tempo impegnato, secondo gli investigatori, a costruire una rete di incontri e di relazioni con altre "famiglie" mafiose.

Il suo obiettivo era quello di esercitare un "accurato controllo del territorio" anche attraverso forme di interferenza nelle attività economiche. E per questo Massimino sarebbe stato pronto ad "autorizzare la commissione di delitti" per affermare la sua "capacità di intimidazione che gli derivava dal ruolo apicale all'interno del sodalizio mafioso". Massimino era stato già indagato nel 2016 per tentativi di estorsione ai danni di un imprenditore edile agrigentino.

La sua posizione è ancora al vaglio della magistratura mentre il suo presunto complice, Liborio Militello, è stato condannato in primo grado a 4 anni di reclusione. Negli atti dell'inchiesta viene messa a fuoco la "tracotanza criminale" di Massimino che si sarebbe spinto a minacciare di morte un altro affiliato allo stesso gruppo e a prospettare l'eventualità di "uccidere bambini pur di affermare la propria autorevolezza criminale".

E sono due presunti fiancheggiatori del boss Antonio Massimino, considerato l'attuale reggente della "famiglia" mafiosa di Agrigento, le persone arrestate dai carabinieri, nell'ambito dell'operazione Kerkent, con l'accusa di sequestro di persona e violenza sessuale aggravati dal metodo mafioso. I reati sarebbero stati commessi su ordine dello stesso capomafia.

Gli arrestati sono Gabriele Miccichè, 28 anni, ritenuto dagli investigatori il braccio operativo del boss, e S.G. 45 anni, commerciante di autovetture. Ad Antonio Massimino, 50 anni, che era già detenuto, l'ordinanza di custodia cautelare è stata invece notificata in carcere. I particolari della vicenda e dell'intera operazione saranno illustrati stamane nel corso di una conferenza stampa che si svolgerà in Procura a Palermo.

L'accusa di violenza sessuale nei confronti di Antonio Massimino nasce da una truffa ai danni di S.G.,commerciante di auto. L'acquirente di una macchina avrebbe pagato con assegno scoperto. Per questo il giovane era stato attirato con un pretesto in un magazzino, quindi trattenuto, minacciato dai sequestratori armati e costretto a restituire l'auto. In quella occasione Massimino si sarebbe spinto a molestare la compagna dell'uomo: anche questo era un modo per affermare la propria supremazia criminale.

13,00 -  “La criminalità organizzata agrigentina mantiene integra una attività criminale rozza che riporta agli anni Ottanta, quando la criminalità era veramente cinica e aggressiva”. Così gli inquirenti sugli arresti della Dia nell’agrigentino.

Un blitz dalle Direzione Investigativa Antimafia ha inferto un duro colpo a Cosa Nostra, soprattutto agli affari della mafia in Sicilia e in particolare tra le province di Agrigento, Palermo, Trapani, Catania, Ragusa. Ma gli investigatori sono arrivati anche in Calabria, a Vibo Valentia estendendosi fino in Emilia Romagna, a Parma, per l’esecuzione – nel complesso – di ben 34 ordini di arresto.

La tesi degli inquirenti è che si sia così sgominata un’associazione a delinquere che avrebbe avuto la sua base operativa ad Agrigento e ramificazioni, in particolare, nel palermitano e anche in Calabria, e che fosse specializzata nel traffico di droga attraverso uno strutturato gruppo criminale armato.

09,20 - Il personale della Dia ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dalla Dda di Palermo, nei confronti di 32 persone tra Agrigento, Palermo, Trapani, Catania, Ragusa, Vibo Valentia e Parma. 

Scacco alla famiglia mafiosa di Agrigento con articolazioni a Palermo e in Calabria. Tra gli affari più proficui il traffico di droga portato avanti da un gruppo criminale e armato.

Tra loro anche Andrea Puntorno, capo ultras della Juve, uno dei leader del gruppo "Bravi ragazzi", che già in passato ha avuto problemi con la giustizia. Puntorno era tornato ad Agrigento circa un anno fa da Torino e secondo gli inquirenti avrebbe avuto legami con Antonio Massimino, 50 anni, considerato l’attuale reggente della famiglia mafiosa della città dei templi. Per il capomafia la notifica dell'ordinanza è scattata nella casa circondariale, dove si trova attualmente detenuto, con l’accusa di aver ordinato un sequestro di persona e di aver commesso una violenza sessuale.

Per loro le accuse sono di associazione mafiosa, partecipazione e concorso in associazione per delinquere finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso, detenzione abusiva di armi, sequestro di persona a scopo di estorsione aggravato e danneggiamento mediante incendio.

All’operazione denominata Kerkent hanno partecipato anche i carabinieri del comando provinciale di Agrigento che hanno dato eseecuzione ad altre due ordinanze di custodia cautelare, nei confronti di due persone accusate di concorso in sequestro di persona e violenza sessuale, aggravati dal metodo mafioso.

L’operazione è stata coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo, ha permesso di disarticolare un’associazione per delinquere con base operativa ad Agrigento e ramificazioni, in particolare, nel palermitano ed in Calabria, dedita all’organizzazione sia degli aspetti operativi che di quelli logistici di un’intensa attività di traffico di sostanze stupefacenti, attraverso uno strutturato gruppo criminale armato.

Ecco le persone raggiunte dalla misura cautelare: James Burgio, 25 anni di Porto Empedocle, inteso “Jenny”; Salvatore Capraro, di Villaseta (Agrigento) 19 anni; inteso “Ascella”; Angelo Cardella, 43 anni di Porto Empedocle; Marco Davide Clemente, 25 anni di Palermo inteso “Persicheddra”; Fabio Contino, 20 anni di Agrigento; Sergio Cusumano,56 anni di Agrigento; Alessio Di Nolfo, 33 anni di Agrigento; Francesco Di Stefano, 43 anni di Porto Empedocle, detto “Francois”; Daniele Giallanza, 47 anni di Palermo inteso “Franco”; Eugenio Gibilaro, 45 anni di Agrigento; Angelo Iacono Quarantino, 24 anni di Porto Empedocle; Pietro La Cara, 42 anni di Palermo, inteso “Pilota’ o “Corriere”; Domenico La Vardera, 38 anni, inteso “Mimmo”; Francesco Luparello, 45 anni di Realmonte; Domenico Mandaradoni, 31 anni di Tropea e residente a Francica; Antonio Massimino, 51 anni diAgrigento; Gerlando Massimino, 31 anni di Agrigento; Saverio Matranga, 41 anni di Palermo; Antonio Messina, 61 anni di Agrigento inteso “Zio Peppe”; Giuseppe Messina, 38 anni di Agrigento; Messina Valentino, 56 anni di Porto Empedocle; Liborio Militello, 58 anni di Agrigento; Gregorio Niglia, nato Tropea e residente a Briatico, 36 anni; Andrea Puntorno, 42 anni di Agrigento; Calogero Rizzo, 49 anni di Raffadali; Francesco Romano, 33 anni nato a Vibo Valentia e residente a Briatico; Vincenzo Sanzo, 37 anni di Agrigento, inteso “Vicè ovu’; Attilio Sciabica, 31 anni di Agrigento; Luca Siracusa, 43 anni di Agrigento; Giuseppe Tornabene, 36 anni di Agrigento inteso “Peppi lapa’; Calogero Trupia, 34 anni di Agrigento inteso “Cuccu” e Francesco Vetrano, 34 anni di A

07,00 -  Mafia e traffico di stupefacenti, ma anche sequestro di persona: operazione in corso ad Agrigento e comuni vicini denominata "Kerkent" ad opera della Direzione investigativa antimafia della città dei Templi e dei carabinieri del comando provinciale.

La DIA sta eseguendo, ad Agrigento ed in altre Province della penisola (Palermo, Trapani, Catania, Ragusa, Vibo Valentia e Parma), un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dalla DDA di Palermo, nei confronti di 32 persone ritenute responsabili, tra l’altro, di associazione mafiosa, partecipazione e concorso in associazione per delinquere finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso, detenzione abusiva di armi, sequestro di persona a scopo di estorsione aggravato e danneggiamento mediante incendio.

All’operazione partecipano anche i Carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento che, nell’ambito del medesimo provvedimento, stanno eseguendo altre due ordinanze di custodia cautelare, nei confronti di due persone accusate di concorso in sequestro di persona e violenza sessuale, reati aggravati dal metodo mafioso.

L’operazione Kerkent, coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo, ha permesso di disarticolare un’associazione per delinquere con base operativa ad Agrigento e ramificazioni, in particolare, nel palermitano ed in Calabria, dedita all’organizzazione sia degli aspetti operativi che di quelli logistici di un’intensa attività di traffico di sostanze stupefacenti, attraverso uno strutturato gruppo criminale armato.

L’attività sarà illustrata nel corso di una conferenza stampa che si terrà oggi alle ore 10:00 presso il Centro Operativo di Palermo, alla presenza del Direttore della DIA, Generale di Divisione Giuseppe Governale.

Una trentina di persone – a quanto pare vicine al clan agrigentino dei Massimino – sono state raggiunte da ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Palermo su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Palermo.

Destinatari della misura cautelare, tra gli altri, Antonio Massimino, recentemente arrestato per il possesso di un mini arsenale; il figlio Gerlando, James Burgio, Andrea Puntorno; Gabriele Miccichè, Marco Clemente.

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Qui un aggiornamento del 20 Settembre 2021.