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19/03/2019 06:00:00

Marsala, Antonella Ingianni: "Sull'acquacoltura allo Stagnone attendiamo dati scientifici"

Antonella Ingianni, docente e agronomo a Marsala, lei è la prima firmataria di un documento scritto assieme ad altri cittadini che avete inviato alla Regione per chiedere di fare chiarezza sul progetto di Acquacoltura allo Stagnone. Un progetto che non convince in tanti e non convince voi che avete chiesto una valutazione di impatto ambientale.

Si chiama Valutazione di Incidenza Ambientale, che è una cosa diversa tecnicamente e che è comunque una valutazione ambientale che si deve fare quando si fanno piani o progetti dentro le zone SIC e ZPS, zone di protezione speciale che insistono anche sulle Saline Genna nell’area di fronte Villa Genna. E come tutti progetti che si fanno in quell’area bisogna valutare qual è l’incidenza che questi progetti hanno su quell’area.

La risposta ce l’abbiamo, quale potrebbe essere secondo lei?

La risposta potrebbe essere che non l’hanno fatto e si deve fare. Potrebbe essere che l’hanno fatta e basterebbe farlo sapere e si potrebbe così capire dove stanno i presupposti ecologici per cui questi interventi non farebbero danno in quel posto. Credo che sia una domanda legittima, posto che questa valutazione discende da norme europee e nazionali.

La Giunta Di Girolamo insiste molto sul fatto che il progetto punta alla tutela dello Stagnone con fondi per centinaia di migliaia di euro che verranno utilizzati per riqualificare la costa e la riserva. In realtà poi c’è da dire che si fa il progetto che utilizza due vasche una all’interno di Villa Genna, una fuori, e dalla Giunta dicono che sono immotivati i sospetti di chi pensa che queste alghe che verranno coltivate possano nuocere all’ecosistema dello Stagnone.

Entrare nelle questioni scientifiche non è possibile in questo momento perché il progetto che è stato richiesto dal consigliere Daniele Nuccio e che tanti hanno in copia e che circola a Marsala, di scientifico ha ben poco, almeno quello che abbiamo potuto vedere. Queste valutazioni vanno fatte su dati precisi e non su un’ipotesi e sul fatto che, siccome c’è in partenariato nel progetto l’ex provincia di Trapani, allora di per sé il progetto è fattibile. Mi sembra discutibile proprio dal punto di vista strettamente logico. Né tantomeno, chiunque ha interessi economici a portare avanti questo progetto, è abilitato a dire che non ha nessuna incidenza sull’ambiente naturale. Ci sono i modi per poterlo sapere e quando si sanno ci si discute sopra.

Antonella Ingianni, altra cosa che riguarda lo Stagnone, la Giunta sta preparando un piano per i chioschi, si prevede uno ogni cento metri ma dice l’assessore Passalacqua solo nelle aree compatibili e ha ridimensionato molto questo allarme, ma è questo il destino dello Stagnone, essere un’area per ospitare chioschi?

Io questo progetto non lo conosco. In linea generale immagino che in un’area di valenza naturalistica come è lo Stagnone bisogna pensare in maniera diversa. Non sono aree che bisogna sfruttare con la logica: faccio arrivare un finanziamento o introduco due attività qualunque perché qualcuno guadagni qualche soldo. Il valore di quell’area è un valore che è legato alla vita di ognuno di noi, di ogni cittadino marsalese e non solo marsalese. E’ un bene naturalistico ed è un bene in sé, bisognerebbe entrare lì in punta di piedi per godere di questo paesaggio in senso ecologico ed averne i suoi benefici.