Per effetto di Quota 100, nel 2019 un giovane su tre pensionati farà ingresso nel mondo del lavoro (circa 116 mila ragazzi under 30) in virtù di 314 mila richiedenti accesso al prepensionamento. Ipotizzando tassi differenziati per fondo previdenziale, infatti, si stima una percentuale di turnover pari al 37%. È quanto emerge da una prima stima sugli effetti della nuova misura contenuta nel d.l. 4/2019, condotta dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro e illustrata dal suo Presidente Rosario De Luca durante il 22° Forum Lavoro/Fisco/Previdenza. Basandosi sui dati tratti dall’udienza informale dell’ufficio parlamentare di bilancio del 5 marzo scorso, la Fondazione Studi ha prodotto alcune stime sul tasso di sostituzione di quei lavoratori che quest’anno raggiungono i requisiti necessari per andare in pensione anticipatamente. Secondo le stime parlamentari accederanno a Quota 100 circa 63 mila autonomi (20%), 94 mila dipendenti della pubblica amministrazione (30%) e 157 mila lavoratori del settore privato (50%). La Fondazione ha analizzato, in particolare, lo storico del turnover calcolando le uscite per pensionamento per anno e gli ingressi permanenti nel mondo del lavoro (contratti a tempo indeterminato e apprendistato) di giovani con meno di trent’anni. Quasi due prepensionamenti su tre interesseranno aziende del nord Italia (36,6% nord-est e 26,5% nord-ovest), ai quali si aggiungerà un 20,6% di prepensionamenti nelle regioni del centro Italia.
A cura di Studio Ingianni
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