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30/03/2019 11:00:00

Ato rifiuti, ammontano a oltre due miliardi i debiti

I debiti degli Ato rifiuti hanno oltrepassato la soglia «psicologica» dei due miliardi. E per di più l'assessorato non ha ancora quantificato con esattezza il loro attuale valore: l'unica cosa certa è che il buco nei conti è molto più profondo rispetto a quanto emerso dall'ultima rilevazione ufficiale, fatta a fine 2017. All'epoca la Corte dei Conti certificò che bisognava recuperare un miliardo e 800 milioni.

Il debito è cresciuto perché molti sindaci hanno continuato a non versare la quota di loro competenza per il funzionamento degli Ato, gli enti che si occupano dell'organizzazione del servizio di gestione. E più a monte ciò è avvenuto perché la Tari, che doveva garantire flussi di finanziamento regolari, è la tassa che registra il più alto livello di evasione. Ma - come spiegano nell'assessorato guidato da Alberto Pierobon - il problema di fondo è che la macchina che dovrebbe gestire i rifiuti in ogni Provincia e Comune non è mai andata a regime. E su questo ieri si è aperto un nuovo fronte di scontro fra la giunta Musumeci e l'Anci, l'associazione dei Comuni guidata da Leoluca Orlando.

Gli Ato già dal 2010 dovevano essere sostituiti dalla Srr, frutto sempre dell'aggregazione dei Comuni. Ma molti di questi enti non sono mai realmente nati. E finora la Regione ha inviato commissari per sopperire alle carenze gestionali dei Comuni. Da ieri invece l'era dei commissariamenti si è chiusa.

L'assessore Pierobon e il presidente Musumeci hanno ripassato la palla ai sindaci. Obbligandoli di fatto a far partire la macchina che finora è rimasta a motori spenti. Ieri ogni sindaco ha ricevuto il provvedimento con il quale vengono fornite, ai Comuni inadempienti, le indicazioni su come assicurare la continuità del servizio in attesa che venga completato il pieno passaggio delle funzioni alle Srr, le società per la regolamentazione del servizio di gestione rifiuti dell'Isola.

I ritardi maggiori si sono verificati in 4 province, che sono anche quelle interessate dal provvedimento. Lì dovevano già essere nate sei Srr ma non è ancora definito il transito dei lavoratori o degli impianti: sono le Srr Agrigento Provincia Ovest e Agrigento Provincia Est, Srr Messina Area metropolitana, Palermo Area metropolitana, Palermo Provincia Est e la Srr Ragusa Provincia. In questi territori dal primo aprile non sarà più operativa la figura del commissario straordinario e «si rischiavano - ha spiegato Pierobon - gravi problemi gestionali. Il governo ha per questo motivo provveduto a fornire tutte le indicazioni utili ad evitare disagi per responsabilizzare i sindaci».

In base al provvedimento appena firmato i Comuni, ha spiegato il dirigente Salvo Cocina, «sono chiamati a effettuare tutte le scelte di competenza esercitando i poteri per assicurare la continuità del servizio». Ma Orlando non ci sta e minaccia di ricorrere al Tar: «Un provvedimento irricevibile, privo di qualsiasi base giuridica e che cerca soltanto di scaricare sui Comuni e le Città metropolitane decenni di inefficienza regionale. Eventuali atti amministrativi successivi saranno impugnati nelle sedi opportune, per essere certamente bocciati come sono stati finora bocciati tutti gli atti firmati da questa dirigenza regionale negli ultimi anni».

Musumeci ha ribadito ieri che «le srr nel tempo si sono rivelate fallimentari». Per questo motivo il provvedimento appena emesso sarà di certo transitorio. I Comuni riceveranno i poteri di gestione ma quando la riforma degli Ato verrà approvata all'Ars torneranno a cederli a questi enti, che avranno competenza sul territorio provinciale. Il nodo però adesso è capire quando verrà approvata la riforma degli Ato, che ha completato questa settimana il proprio percorso in commissione e attende di essere votata in aula. Sui tempi di approvazione influiranno proprio i debiti dei vecchi enti, perché - come ha rilevato il capogruppo del Pd, Giuseppe Lupo - va chiarito chi dovrà coprirli e quindi se la riforma avrà un impatto finanziario per la Regione. In ogni caso - spiegano in assessorato - anche dopo l'approvazione della riforma ci vorrà un po' di tempo per portare la nuova organizzazione a regime e per questo motivo il provvedimento firmato ieri resterà in vigore fino a quando gli Ato non saranno operativi.