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03/04/2019 17:39:00

Parole inventate e frasi senza senso nel piano della Sicilia sui rifiuti

 Parole inventate, altre senza senso: sono contenute nel piano della Regione Siciliana sui rifiuti. Il piano è stato attentamente valutato dai tecnici del Ministero dell'Ambiente, che lo hanno criticato sul merito, ma che nella loro relazione  hanno fatto notare anche che ci sono parole inventate e periodi sgrammaticati o privi di logica o che non si capiscono. 

Ci sono avverbi come «occhiutamente»,«coevamente» o "satisfattivi". Poi ci sono sigle inventate come Ford, usata per «frazione organica da raccolta differenziata». Scrivono i tecnici che  la valutazione del piano «ha risentito della difficoltà del ministero nel dover interpretare alcuni passaggi espressi attraverso frasi incongruenti, di difficile comprensibilità, con strutture grammaticali e punteggiature casuali, parole inesistenti nel vocabolario della lingua italiana e riferimenti errati».

I tecnici del ministero -  gli architetti Luciana Polizzy e Giuseppe Bonavita che hanno curato le osservazioni - hanno allegato alla lunga serie di contestazioni nel merito anche i passaggi zeppi di errori. «Ci sono casi - scrivono  - di punteggiatura prima di un verbo che non si capisce a quale soggetto si riferisce, pezzi di frasi mancanti, verbi mancanti e frasi insignificanti».

E aggiungono: «Nell’ottica di una profonda revisione e integrazione del piano sia rivolta attenzione alla qualità dell’esposizione e alla chiarezza degli argomenti trattati utilizzando definizioni tratte dalla letteratura di settore. I documenti devono essere elaborati in modo da essere comprensibili ai soggetti che li consultano».

Ecco l'estratto della relazione, che per intero si può scaricare cliccando qui:

Nel documento di Piano, sovente si leggono frasi di difficile comprensione, che utilizzano terminologie e definizioni che non trovano riscontro nel dettato normativo europeo e nazionale in materia di rifiuti. A titolo di esempio si riportano alcuni estratti:  A pagina 9: “Ed eccoci al percorso…in prima ed estrema sintesi: RP (rifiuto prodotto/esistente/potenziale) non necessariamente equivale al RT (rifiuto totale) conferito al sistema pubblico che è sostanzialmente, per convenzionalità: RD+RI. Dove RD è precisamente stabilito da un DM e dalla normazione regionale attuativa ed RI è costituito dal non RD che dovrebbe corrispondere alla parte di RT avviato a D (smaltimento). RT può subire p.c.d. degli “alleggerimenti di percorso” verso la destinazione finale D o R (recupero/riciclaggio) o nella cessazione del rifiuto EoW. Posto che R consente al rifiuto di trasformarsi nelle cc.dd. materie prime secondarie (es. polimeri di plastica recuperati da rifiuti di materiale plastico) oppure di ricostituire lo stesso bene, oppure di essere diversamente recuperato (es. ripristini ambientali, etc.) comunque di non essere avviato allo smaltimento D.” - Alle pagine 11-13 lo schema riportato definisce una serie di “flussi” che, secondo quanto contenuto nel Piano, definirebbe: “[…] i flussi dei rifiuti derivanti dalla RT (non usciti come materiale recuperato/riciclato e difficoltosamente o non convenientemente avviati a discarica) vanno considerati in un ipotetico scenario Pagina 8 di 35 “aperto” alla soluzione chiara e decisa della situazione in cui versa la Regione Siciliana da lustri […]”. - Alle pagine 46, 52, 154, la definizione di “fermentazione” è usata per indicare una tecnologia di trattamento dei rifiuti organici; la descrizione dei flussi di rifiuti in uscita dal trattamento meccanico biologico, definiti dal Piano come “sovvalli”; la definizione di Frazione Organica da Raccolta Differenziata “F.O.R.D.” etc. Si auspica, pertanto, nell’ottica di una profonda revisione ed integrazione del documento di Piano, che sia rivolta la dovuta attenzione alla qualità dell’esposizione ed alla chiarezza degli argomenti trattati utilizzando definizioni tratte dalla letteratura di settore e dai riferimenti normativi. I documenti in consultazione, nonostante la complessità della materia trattata e la frequente necessità di far ricorso a termini tecnici, devono essere elaborati in modo da essere comprensibili ai soggetti consultati