Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
03/05/2019 13:55:00

Pol. Marsala Doc: all'ultramaratona Milano-Sanremo raggiunge linea del traguardo Ardagna

 Talvolta, in campo sportivo, si abusa del termine “impresa”. Ma non è questo il caso quando si parla di una competizione come l’ultra-maratona “Milano-Sanremo”: 285 chilometri sempre di corsa lungo le strade della “classicissima” del ciclismo. Ma una cosa è fare tutta questa strada in bici, altra cosa è farla correndo a piedi. Un’impresa che solo pochissimi ultra-maratoneti riescono a concludere. E uno di questi, nell’ultima edizione della “terribile” competizione, è stato un tesserato per la Polisportiva Marsala Doc, Damiano Ardagna (tre anni fa era stato Michele D’Errico). La Milano-Sanremo è la più lunga ultra-maratona “non stop” d’Europa. Una sfida al limite delle possibilità umane con partenza da Milano Porta Ticinese ed arrivo sulla spiaggia di Sanremo: due regioni e 54 i Comuni attraversati. E Damiano Ardagna, insieme a tanti altri atleti (72 provenienti da 14 diverse nazioni), ha scritto una pagina di storia di questo sport. Una gara “Ums” che non ha un solo vincitore, perché vincono tutti quelli che hanno il coraggio di mettersi alla prova e di sfidare i propri limiti. E per farlo ci vogliono cuore, gambe e polmoni. Con gara gestita in autosufficienza e caratterizzata prima dai lunghi tratti pianeggianti della Lombardia e poi dalle salite del passo del Turchino e dai lunghi saliscendi della Riviera Ligure. Quest’anno record di partecipanti, ma anche record di ritiri e interventi sanitari, con tre ricoveri in ospedale. “Ho fatto tante gare di endurance – dice Damiano Ardagna - ma questa è veramente particolare, sia per la distanza da percorrere ma anche per la gestione del sonno in 48 ore non stop, gara che ti lascia il segno per tutta la vita, durante le ore passate a correre da solo o in compagnia di altri partecipanti in momenti di brillantezza o in momenti di crisi, come quelle che ho avuto la prima notte per il freddo al passo del Turchino e poi dopo il 160° km per problemi articolari ad un ginocchio e la comparsa dì vesciche ad un piede per il quale ho dovuto chiedere assistenza sanitaria, costretto a fermarmi e di conseguenza perdendo per strada la mia compagna di avventura, Alisia. O durante la seconda notte per una forte crisi di sonno per tante volte ho rischiato di cadere perché mi addormentavo mentre correvo. Per fortuna superata senza riportare cadute, ma assalito dallo sconforto per l’estrema stanchezza e per la perdita di lucidità, cosa che mi è successa dopo l’ultimo checkpoint a 222° km, quando ripartendo ho preso il percorso di gara al contrario, tornando indietro per 8,5 km, e quando mi sono reso conto di questo la disperazione è stata totale. Eppure ho trovato la forza di reagire, rimettendomi nella giusta direzione grazie alla traccia gps della gara, cercando di recuperare il tempo perso. Solo una cosa mi ha fatto andare avanti: la mia determinazione, testa e cuore Ultra, perché gare estreme come questa prima te ne devi innamorare, desiderare, preparare e poi sfidarle affrontando mesi di duri allenamenti e di rinunce. In proposito voglio ringraziare il mio preparatore atletico Matteo Bovienzo e la mia nutrizionista Elisabetta Orsi, che mi hanno seguito in questi mesi di preparazione facendo la loro parte per il raggiungimento di questo obiettivo: partire da Milano per andare a toccare il mare di Sanremo in meno di 48 ore. Grazie a tutti coloro che hanno avuto la pazienza e la curiosità di leggere il mio “breve” racconto, ma vi assicuro che ci sarebbe da scrivere per pagine e pagine per tentare di trasmettere tutte le emozioni che ho provato in questa competizione”.