Collegandosi al titolo del 16° convegno nazionale di Pastorale giovanile che si è concluso oggi a Terrasini (Pa), “Dare casa al futuro”, mons. Pietro Maria Fragnelli, vescovo di Trapani e presidente della Commissione Cei per i giovani, la famiglia e la vita, immagina di spalancare in questa casa una finestra. È l’immagine che ha scelto intervenendo questo ultimo giorno. “Esserci proprio oggi – dice il presule al Sir – ha significato per me anche interrogarmi su qualcosa che potesse dare una prospettiva, che non fosse non solo di sintesi, ma anche di impegno concreto”. L’immagine della finestra, “specchio dell’anima”, è allora occasione e modo per parlare dello Spirito e per lasciarsi da Lui guidare. “Per dare casa al futuro bisogna dare occhi a questa casa. Le relazioni proposte durante i lavori dei quattro giorni – dice mons. Fragnelli – sono state una finestra sul mondo interiore dei giovani, un invito a guardare bene dentro, mettendosi alla ricerca di una identità profonda che vada al di là della paure e delle chiusure che ci possono essere. Solo persone di questo tipo – aggiunge –, capaci e disposti a tale apertura, possono essere abitanti di una casa del futuro”.
“Dare casa al futuro” partendo dalla Sicilia assume per il presule, che è anche delegato della Conferenza episcopale siciliana per i giovani, un significato particolare. “Significa avere presente che tutta la nostra regione è e nello stesso tempo ha bisogno di una finestra sul Mediterraneo che consenta di guardare bene la realtà. E, dalla mia diocesi di Trapani – dice mons. Fragnelli –, lo so bene. Una finestra che sia sul Mediterraneo e che vada anche al di là. Non è possibile fare finta che nel chiuso, nelle autoreferenzialità delle nostre città, immaginiamo di poter dire che siamo realtà di futuro. Sarebbe un futuro cieco questo – aggiunge –, che non va da nessuna parte. Attraverso questa finestra propostami da un artista, abbiamo bisogno di guardare alla realtà dell’Africa e fare in modo che la realtà dei Paesi poveri possa entrare in dialogo e portare alle nostre città anche la propria ricchezza, non solo i propri problemi”.
Ma la “finestra” alla casa della Pastorale giovanile nazionale è “anche una finestra sull’Europa perché – spiega il vescovo – siamo qui da tutta l’Italia e tutti avvertiamo che non possiamo isolarci dal resto dell’Europa e per guardare bene in Europa deve forse proprio partire da quella realtà speciale che è la Sicilia, che fornisce occhi all’intero Paese italiano per non isolarsi e, soprattutto, per portare avanti quella genialità del lavoro italiano che è bellezza oltre che funzionalità”.
Nel corso della messa celebrata oggi con gli oltre 800 partecipanti al convengo, la finestra a cui ha pensato il presidente della Commissione Cei per i giovani è stata anche “una finestra aperta sulla vita eterna, sul mistero dell’amore misericordioso di Dio”. Un’immagine che tutti hanno condiviso stringendosi attorno al direttore del servizio di Pastorale giovanile, don Michele Falabretti, che nei giorni di convegno ha affrontato la notizia della morte del papà. “Una circostanza – precisa il vescovo – che ci ha reso uniti e solidali con lui e tra tutti noi e ci ha invitati a capire che quella casa del futuro che vogliamo realizzare è una casa aperta sull’eternità”.