E' una storia di sesso e ricatti quella che emerge sullo sfondo dell'arresto per tentata estorsione del noto pianista siciliano Gianfranco Pappalardo Fiumara, denunciato dalla vittima, un sacerdote. Tra i due c'era una relazione omosessuale, scaturita da uno scambio di messaggi su una chat di incontri e subito diventata difficile da gestire per don Luigi Privitera, parroco a Giarre, che inizialmente aveva nascosto la sua reale identità, spacciandosi per un insegnante.
Il musicista, già assessore a Mascali, persona molto nota nel comprensorio e non solo per la sua attività artistica, avrebbe manifestato subito un atteggiamento aggressivo nei confronti del partner, fotografato in atteggiamenti intimi fin dal primo incontro, avvenuto nella sua abitazione.
Le immagini sarebbero state proprio l'arma di ricatto, per chiedere soldi, in più riprese, ma anche per costringere il prete a continuare una relazione che cercava di troncare. Alla fine don Luigi ha presentato denuncia alla stazione dei carabinieri di Santa Venerina che, spacciandosi per fedeli, si sono fatti trovare in chiesa e sono stati testimoni della conversazione tra Pappalardo Fiumara e il parroco.
Il religioso, dopo che era stata scoperta la sua vera identità, era terrorizzato che il suo partner denunciasse la relazione omosessuale al vescovo di Acireale, Antonino Raspanti. Il pianista, secondo il racconto, avrebbe chiesto al sacerdote in più circostanze somma di danaro, sempre con la minaccia di consegnare al vescovo le foto e i video del loro rapporto omosessuale. L'ultima richiesta, 5 mila euro, sarebbe stato l'epilogo della storia. A sua discolpa il musicista avrebbe dichiarato di aver chiesto soldi al sacerdote solo per costringerlo a non interrompere la relazione.