Trecento emendamenti già presentati per modificare la riforma degli Ato rifiuti. E una valanga se ne annunciano fra oggi e venerdì sulla Finanziaria bis. I due più delicati testi che l'Ars varerà entro fine giugno iniziano il loro cammino in salita.
La riforma degli Ato è stata approvata in giunta oltre un anno fa e solo ora arriva in aula. Viene salvato tutto il personale - tecnico, amministrativo e precario -, finiscono nel cassetto i vecchi Ato e le mai nate Srr, viene introdotto l'ecoincentivo e sanzioni per i Comuni che hanno provocato il maxi debito da 2 miliardi maturato col vecchio sistema di gestione dei rifiuti. I vecchi Ato vengono sostituiti da 9 nuove società pubbliche: si chiameranno Ada, e funzioneranno come ambiti di gestione provinciale che mettono insieme i sindaci del territorio. A guidarle, gratuitamente, sarà il sindaco del Comune con la più alta percentuale di raccolta differenziata.
«È un modello di gestione totalmente pubblico - ha ricordato ieri Giusy Savarino, presidente della commissione Ambiente dell'Ars - che introduce trasparenza e che è stato chiesto più volte da Anac e Corte dei Conti. Questo è il cuore della legge, così si scardina il vecchio e fallimentare sistema. E su questo non si tratta. Per il resto invece il dialogo è aperto».