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28/06/2019 08:16:00

Droga tra Salemi e Castelvetrano: tre condanne e due assoluzioni

Due assoluzioni e tre condanne, in primo grado, segnano il primo punto fermo giudiziario dell’indagine antidroga dei carabinieri di Salemi e Castelvetrano denominata “Secchio pulito”.

Un’operazione condotta nell’aprile 2015, quando furono eseguite sei misure cautelari: obbligo di dimora nel Comune di residenza. Poi, la Procura di Marsala chiese il giudizio per cinque. E uno di loro, Franco Patti, 56 anni, di Salemi, in precedenza già arrestato e che era solito nascondere la marijuana dentro secchi in plastica, da cui il nome all’operazione, davanti al gup di Marsala ha preferito patteggiare la pena. Gli altri quattro, invece, sono stati processati davanti al giudice monocratico di Marsala Lorenzo Chiaramonte, che adesso ha condannato due degli imputati. E cioè Antonino Drago, salemitano nato a Caracas 45 anni fa, e Valentina Denaro, di 27 anni, di Castelvetrano. Per entrambi, il giudice ha sentenziato un anno di reclusione, 1500 euro di multa e pagamento delle spese processuali. Per la Denaro, assolta da alcuni dei capi di imputazione, pena sospesa. Sono stati, invece, assolti il 39enne salemitano Giuseppe Cangemi (“perché il fatto non sussiste”) e il 25enne castelvetranese Amerigo Rosciglione. A difendere Cangemi è stato l’avvocato Melchiorre Palermo, che dopo la lettura della sentenza ha dichiarato: “Abbiamo affrontato questo lungo processo con assoluta serenità poiché assolutamente convinti della estraneità del Cangemi ai fatti contestati. Dopo tanti anni abbiamo ottenuto una sentenza pienamente assolutoria che dimostra la totale estraneità del mio assistito ai fatti”. A difendere gli altri imputati sono stati gli avvocati Stefano Pellegrino e Caterina Bivona, per Patti, Vincenzo Salvo, per la Denaro, Giuseppe Ferro, per Drago, e Francesco Messina, per Rosciglione. L’indagine dei carabinieri, coordinata dal pm della Procura di Marsala Francesca Rago, era relativa a detenzione e spaccio di droga tra Salemi, Castelvetrano, Mazara e Gibellina nel periodo compreso tra settembre 2013 e febbraio 2014. E consentì di individuare, spiegarono gli inquirenti, “una parte rilevante di quel business criminale consistente nell’acquisto all’ingrosso e successiva vendita al dettaglio di marijuana nella città di Salemi e più specificatamente nel quartiere denominato Mercato coperto”. L’attività di indagine, effettuata con intercettazioni telefoniche, ambientali e video sorveglianza, nonché “servizi di osservazione e di pedinamento, “ha permesso – proseguirono gli investigatori - di ricostruire non solo le dinamiche di approvvigionamento della sostanza del gruppo criminale, ma anche di individuarne i singoli appartenenti con i rispettivi ruoli e responsabili. Le risultanze hanno consentito, inoltre, di appurare che gli indagati, approfittando della scarsa illuminazione del quartiere popolare Mercato coperto di Salemi ed a volte di sentinelle appostate per l’individuazione di autovetture delle forze dell’ordine, sono riusciti nel tempo a stabilire un vero e proprio monopolio del commercio della sostanza stupefacente tipo “marijuana”, trasformando il quartiere “mercato coperto” di Salemi in un mercato fornitissimo e al contempo riservato. Gli indagati, mediante l’ausilio di intermediari, consegnavano le dosi di stupefacente direttamente dalla propria abitazione, limitando al minimo il rischio di essere sorpresi dalle forze dell’ordine”. Nel corso dell’attività di indagine, erano state arrestate in flagranza di reato Pietro Frazzetta, Calogero Clemente, Vincenzo Firenze, Calogero Furnari, Gabriele Calcagno, Gabriele Calcagno, Vincenzo Vento, Salvatore Romano, Vito Ingrassetto, Franco Patti, Accursio Amato e Pietro Catania. In tutto, furono sequestrati quasi otto chili di marijuana.