Save the Children Italia accoglie con favore l’entrata in vigore della legge della Regione Siciliana recante disposizioni in materia di diritto allo studio.
In una regione che detiene il triste primato della dispersione scolastica, dove il 42% dei minori vive in povertà relativa, dove il 92% delle classi non prevede il tempo prolungato e l’81% degli alunni non usufruisce della mensa a scuola, questa legge risulta un passo importante verso la rimozione effettiva degli ostacoli presenti sul territorio siciliano per il godimento del diritto all’istruzione.
Il testo, che ha recepito alcune proposte avanzate da Save the Children - l’Organizzazione internazionale che da 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro, ha l’intento di promuovere un approccio che affronti le crescenti disuguaglianze che caratterizzano la vita di tanti studenti, con la consapevolezza che la scuola debba ritornare a essere fattore di cambiamento e mobilità sociale sul territorio.
Tra i punti principali della nuova legge c’è il contrasto alla povertà educativa nelle aree dove questa è maggiormente presente con la distribuzione delle risorse laddove sono più necessarie. La Sicilia occupa purtroppo tra le posizioni peggiori in Italia nel campo dell’istruzione e delle povertà educative.
Insieme alla Sardegna detiene il triste primato della dispersione scolastica con il 22,1%,[1] legato anche a un sistema regionale per la formazione professionale inadeguato alle sfide del presente, e secondo i dati del MIUR[2] la Sicilia risulta essere la prima regione in Italia per tasso di abbandono scolastico nelle scuole secondarie di primo grado e terza per abbandono nelle scuole secondarie di secondo grado. In una regione caratterizzata da elevata incidenza di fallimento scolastico (abbandono, bocciature), di minori in povertà relativa (il doppio della media nazionale) e di giovani NEET (in Sicilia il tasso più alto tra tutte le regioni europee), l’investimento sull’istruzione e sul diritto allo studio appaiono prioritari.
Il monitoraggio effettuato per anni da Save the Children circa l’effettività dell’accesso al diritto allo studio ha rilevato che la Sicilia ha enormi carenze nel tempo pieno (il 92% delle classi non prevede il tempo prolungato), nell’offerta di refezione scolastica (l’81% degli alunni non usufruisce della mensa a scuola) e pesanti ritardi nell’erogazione da parte della Regione del contributo per l’acquisto dei libri scolastici destinato dallo Stato alle famiglie meno abbienti (buono libri per le scuole secondarie ex l.448/98).
In tal senso ci auguriamo che i principi e gli obiettivi individuati dalla legge, come la riduzione del tasso di dispersione scolastica e un effettivo accesso all'istruzione per tutti anche attraverso l'estensione del tempo pieno e dell'offerta di refezione scolastica, possano trovare concreta applicazione e sufficienti risorse nel futuro Piano regionale triennale per il diritto allo studio previsto dall'art.8 e che la Giunta regionale dovrà approvare entro 180 giorni dalla pubblicazione della legge. Come Organizzazione saremo impegnati nel monitorare la concreta attuazione di quanto previsto.
Tra gli aspetti positivi contenuti nel disegno di legge approvato c’è la verifica della vulnerabilità sismica degli edifici scolastici, almeno nelle zone maggiormente a rischio, e il conseguente adeguamento strutturale.
Richiamando l’importanza che la legge ‘Zampa’ 47 del 2017 dà al diritto allo studio per l’integrazione dei minori migranti, inoltre, la nuova legge della Regione Siciliana sostiene interventi specifici di supporto dentro la scuola come mediazione culturale, servizi di accoglienza e tutoraggio.
Rimane deficitario il segmento dei servizi per l’infanzia da 0 a 6 anni, che avrebbe potuto essere affrontato con maggiore coraggio. La Sicilia ha uno dei tassi di copertura più bassi rispetto ai servizi educativi per l’infanzia rivolti alla popolazione minorile 0-2 anni (solo il 5,2% dei più piccoli frequenta un servizio educativo a titolarità pubblica). E’ necessario che si creino le condizioni per realizzare l’obiettivo di cambiamento indicato dall’Europa, verso un tasso di copertura del 33%. Risultano prioritari investimenti e attuazione di interventi per garantire l’accesso all’educazione sin dalla prima infanzia, come strumento essenziale di contrasto alla povertà educativa, in una regione che accoglie attualmente poco più di 5 bambini sotto i 3 anni su 100 nelle strutture pubbliche o sovvenzionate.
Così come è importante che i servizi per la prima infanzia diventino un supporto reale nella vita di tante famiglie in difficoltà, promuovendo percorsi di genitorialità positiva e servizi di sostegno alle famiglie con fragilità evidenti. L’auspicio è che la legge appena emanata e i principi in essa contenuti siano patrimonio non solo della scuola ma di tutta la comunità educante affinché il diritto allo studio possa essere realmente fruito dai bambini e sviluppato nella prospettiva della cittadinanza attiva.