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08/07/2019 07:05:00

Scrive Pietro Pedone, sul kite surf allo Stagnone di Marsala

 Recentemente, ed a solo un anno delle prossime elezioni amministrative, irrompe una polemica sul mantenimento o meno delle attività di kitesurf nella punta nord dello Stagnone in prossimità dell’antico Borgo di Birgi Vecchio.

Si sollevano incompatibilità dell’attività sportiva in relazione al disturbo che la stessa farebbe alla presenza dell’avifauna stanziale e migratrice e si chiede una regolamentazione a rischio dello STOP delle attività. La questione dell’interferenza di attività umane sui processi che regolano i flussi migratori degli uccelli dall’Africa verso il nord Europa passando per la Sicilia è nota fin da Federico II di Svevia che a ben ragione decise di scrivere il famoso Manuale “De Arti Venandi cum Avibus” o “L’Arte di cacciare con gli Uccelli” ed attività di contrasto e di compatibilità sono state più o meno realizzate nel tempo lungo la costa che da Petrosino corre fino a Birgi Vecchio. La prima attività a favore di una integrazione tra umano e naturale fu quella dei progetti dei Parchi di Villa Genna e Salinella avviata da Sindaco Lombardo tra il 1999/2000 che coinvolse, oltre il sottoscritto in qualità di paesaggista, altri professionisti e studiosi come il Prof. Francesco Maria Raimondo, ex Direttore dell’Orto Botanico di Palermo, ed altri emeriti di Ecologia del paesaggio (Silvano Riggio , Bruno Massa e studiosi della Camargue).

Nel caso del Parco di Salinella fu addirittura tentata una sintesi armonica ed olistica delle attività umane e della presenza avifaunistica con la riproposizione del canale cinquecentesco che avrebbe aumentato la velocità di circolazione dell’acqua, “pulito” i ristagni ancora presenti nella zona nord del Parco e realizzato un’sola ecologica per la tutela ed il mantenimento delle presenze avifaunistiche come il trampoliere Himantopus himantopus o Cavaliere d’Italia. Uomo e natura insieme. Il Progetto del Parco di Salinella, purtroppo senza la riproposizione del Canale, fu realizzato durante l’amministrazione Carini ed oggi l’amministrazione Di Girolamo ha avviato la gestione. La seconda attività che registriamo sulla descritta fascia costiera fu realizzata a Petrosino intorno al 2010 quando un intero Consiglio Comunale e tutta la comunità petrosilena alzarono gli scudi contro una programmazione privata di 12 pale eoliche in batteria di 4 -4 -4 che doveva sorgere in prossimità della località Triglia in corrispondenza degli antichi vigneti del Grillo.

L’impianto Eolico era previsto lungo l’ampia e libera costa a 250 metri dal mare, proprio lungo il migliore corridoio di ingresso dei venti e quindi degli uccelli che dal vento si lasciano trasportare per risparmiare le forze nella trasmigrazione intercontinentale. La comunità petrosilena riuscì a bloccare il progetto perché avrebbe distrutto con il rumore, l’impatto visivo permanente e d’immagine l’intera economia della Città e frullato le trasmigrazioni intercontinentali degli uccelli. Fatte queste premesse ed assodato che il principale ingresso dell’avifauna migratrice è senza alcun ombra di dubbio il territorio che corre tra Petrosino e Capo Feto, luogo di una programmata area naturalistica Ramsar, mi pare che la presenza del Kitesurf allo Stagnone per le modalità con cui è avvenuta nel tempo sia assolutamente una presenza virtuosa per la zona.

Il Kitesurf dello Stagnone e di Birgi Vecchio interpreta, con le lente tempistiche dinamiche di rigenerazione dei luoghi, il genius loci del sito ventoso ma abitato e realizza così i principi del così detto paesaggio abitato a cui tutti dovremmo ritornare. Un paesaggio, cioè, dove aspetti specifici del capitale naturale (piante, acqua, suolo, vento, uccelli) costituiscono anche con il Kitesurf il legame morbido con la presenza e le attività antropiche del Borgo. Chi infatti, sportivo, turista o viaggiatore, non vorrebbe degustare i prodotti tipici e del buon vino, magari seduto a tavola in uno dei “chiani” del Borgo, dopo un volo sul Kite? Un Borgo quindi che, con questa attività sportiva dinamica ed internazionalmente riconosciuta, ha progressivamente proceduto al recupero dell’edilizia esistente e/o con poche nuove integrazioni ed a soddisfare la rigenerazione morbida, senza particolari impatti e in breve sostenibile dei suoi chiani e del suo territorio agricolo, del suo paesaggio costiero in breve del suo paesaggio abitato.

Pietro Pedone architetto paesaggista