Un avvocato marsalese, R.S., è stato denunciato da una sua ex cliente, M.M., di 56 anni, per infedele patrocinio, truffa ed estorsione giudiziaria. La donna, assistita adesso dall’avvocato Vincenzo Forti, ha presentato in Procura una denuncia/querela contro il legale che l’ha assistita nella causa intentata contro il Comune di Marsala per i danni subiti a seguito di una rovinosa caduta al suolo, nell’agosto 2016, a causa di una buca nel manto d’asfalto stradale.
In prima battuta, il Comune veniva diffidato a risarcire il danno, fisico e morale, con circa 7500 euro (come da consulenza del medico legale di parte). Il Comune non pagava e quindi si finiva davanti al giudice civile del Tribunale, dove il consulente tecnico d’ufficio nominato dal giudice quantificava il danno nella misura complessiva di 3.713 euro.
Di conseguenza, l’avvocato R.S. modificava in tal senso la sua richiesta. Ma la sua cliente, come sottolinea nella denuncia, comincia a sentire “puzza di bruciato” quando il legale della controparte (e cioè della compagnia assicurativa del Comune) propone una transazione “pro bono pacis” che si conclude con una rinuncia agli atti di “mancata comparizione all’udienza” (rinuncia alla causa) per una cifra inferiore a quella riconosciuta dallo stesso Ctu del giudice. E cioè la complessiva somma di 5.250 euro, di cui 2.250 per spese legali.
“Non si comprende pertanto il perché – scrive M.M. nella sua denuncia - a fronte di un importo riconosciuto dall’Ausiliario del Giudice e già cristallizzato, il proprio procuratore debba ulteriormente ridurlo a fronte invece di una somma sproporzionata a titolo di spese legali. Si ritiene che il liquidatore dell’assicurazione del comune di Marsala si sia preoccupato solo dell’importo globale lasciando libero il professionista di decidere la modalità di suddivisione della suddetta somma; come del resto è prassi tra liquidatori ed avvocati. Tra l’altro, è prassi consolidata che in sede di transazione per infortuni stradali l’onorario dell’avvocato vada liquidato in una misura compresa fra il 10% ed il 20% dell’importo spettante al sinistrato. Nel caso di specie, invece, pur potendo la sottoscritta aspirare all’importo liquidato dal Ctu, ha dovuto rinunciare alla suddetta cifra stante le prospettazioni catastrofiche formulate dall’Avv. prof. R.S. e dal suo collega W.R., che con toni apocalittici facevano capire alla scrivente che se non avesse accettato la somma di cui alla quietanza avrebbe certamente perso la causa e dovuto pagare le spese legali dell’avvocato del comune di Marsala”. La donna consegnava, quindi, al suo ormai ex legale un assegno circolare di 1000 euro, ma il professionista rilanciava chiedendole una parcella di 3.995 euro. Definendo i due legali “il gatto e la volpe”, la donna conclude che questi “con artifizi e raggiri consistiti nel prospettare una costosa sconfitta processuale inducevano la scrivente in errore facendole accettare una somma inferiore a quella stabilita anche dal ctu aumentando in modo sproporzionato ed ingiustificato il proprio onorario con l’assenso del liquidatore dell’assicurazione Lloyds del Comune di Marsala, evidentemente preoccupato solo dell’importo complessivo e non della ripartizione dello stesso, per poi, con diffida inviata per raccomandata, tentare di estorcere con mezzi legali un importo ben lontano da quello dovuto per legge o per prassi consolidata”. Alla sua denuncia, M.M. allega una corposa documentazione (messa in mora al Comune di Marsala, copia atto di citazione e comparsa di risposta e relative note e memorie processuali, copia ricevuta assegno circolare, copia quietanza, copia diffida “estorsiva” dell’avvocato R,S.) e la registrazione di due telefonate.