“I navigator? Nessuno li ha visti, non sappiamo quando arrivano. Ma cosa devono venire a fare? Qui non ci sono offerte di lavoro. E’ come vendere frigoriferi al Polo Nord, o stufe in Africa”.
Al Centro per l’impiego di Marsala è il deserto. E’ passata una settimana dall’avvio, in tutta Italia, della fase due del reddito di cittadinanza, quella in cui dovrebbero cominciare i colloqui con i percettori della misura voluta dal Movimento 5 Stelle, con la sigla del patto per il lavoro, e la proposta delle offerte che dovrebbero arrivare al Centro per l’Impiego.
Ma a Marsala siamo all’anno zero. Gli impiegati stanno seduti a guardare la sala vuota. Dei navigator - le figure previste dal Governo per accompagnare i percettori del reddito di cittadinanza all’occupazione - non c’è ombra. Dovrebbero essere in sette assegnati alla sede di Marsala, in via Istria. Ma ancora non si sa se e quando arriveranno. Anche perchè manca tutto. Mancano materiali di cancelleria, la carta, le postazioni non sono ancora pronte. I computer non funzionano, le postazioni dovrebbero essere quelle che venivano utilizzate per la formazione professionale. Ma hanno staccato tutto, “sono fuori uso”.
Gli impiegati ce lo dicono chiaro e tondo. “Staremo a vedere cosa faranno quando arrivano i navigator. Offerte di lavoro non ce ne sono, è come vendere frigoriferi agli eschimesi. Appena arriveranno cosa faranno? E poi noi a cosa serviamo? Non siamo degli incompetenti, se proprio c’era bisogno potevano formare noi già impiegati per fare questo lavoro”.
Nessuna notizia dei navigator, nessuna notizia di offerte di lavoro. Sul tabellone c’è scritto “incontro con gli imprenditori”, ma qui di aziende non se ne sono viste.
Sui numeri del reddito di cittadinanza a Marsala non c’è certezza al Centro per l’Impiego, “saranno un duemila, ma a noi non hanno fornito nessun elenco, non sappiamo quante persone dovranno venire alla fase due, quella della sottoscrizione del patto per il lavoro.
Non si sa quante persone percepiscono a Marsala, con esattezza, il reddito di cittadinanza. Non c’è un elenco ufficiale. A Marsala il reddito di cittadinanza ha fatto la fortuna dei lavoratori in nero, soprattutto degli stranieri comunitari, come i rumeni, che hanno il diritto al reddito, ma lavorano in nero: le donne come badanti, gli uomini come giardinieri o muratori.
Al centro per l’impiego ci sono una quindicina di persone che lavorano, aspettando le pause. Due telefoni, per 15 persone, senza centralino. E ancora fili scoperti, archivi di carta, locali in disordine. Che servizi offre? Nessuno. Non sanno cosa sia neanche le aziende. Serve soltanto il rilascio di documenti e schede anagrafiche, e per le categorie protette. Trovare lavoro, qui, è follia. Solo i navigator ci sono riusciti.
Sono 35 i navigator, contrattualizzati dall'Anpal servizi che saranno chiamati, in provincia di Trapani, a seguire il disoccupato dalla presa in carico nei centri per l'impiego fino all'assunzione.
I percettori del reddito di cittadinanza, in questa seconda fase, dovrebbero essere convocati al centro per l’impiego per la stipula del patto per il lavoro. Cioè costruire un percorso, affiancato dai navigator, che li porterà alla ricerca di un’occupazione. Ad essere convocati non solo gli intestatari del reddito di cittadinanza, ma anche i componenti del nucleo familiare maggiorenni disoccupati e che non frequentano corsi di studi. Al colloquio si farà il “bilancio delle competenze”, per capire appunto in che direzione andare nella ricerca del lavoro. Poi viene stipulato il patto per il lavoro, e gli impegni che prende il beneficiario sono stringenti.
In pratica, chi nel corso dei prossimi mesi rifiuterà le offerte di lavoro rischia di perdere il beneficio. Ci sono delle fasce che sono escluse a prescindere dalla convocazione: si tratta dei beneficiari della pensioni di cittadinanza, degli anziani con età superiore a 65 anni, e i disabili. Questi ultimi però sono liberi di aderire volontariamente in caso ci sia la volontà di iniziare un percorso di inserimento lavorativo. La convocazione non sarà recapitata nemmeno ai componenti della famiglia con impegno di cura per bambini sotto i 3 anni o per persone che non sono autosufficienti.
I dati indicano che la gran parte dei soggetti da avviare al lavoro risiede nelle principali regioni del sud Italia. In tutta l'isola ci sono circa 200 offerte di lavoro, mentre i beneficiari della misura che sono 162 mila, (la Sicilia è seconda in Italia solo dopo la Campania) dovranno essere convocati nei 64 centri per l'impiego siciliani.
Ad attenderli dovrebbero esserci, nel sogno dei 5 Stelle, navigator e offerte di lavoro. A Marsala però c’è il deserto.