Cerca di difendersi il 18enne marsalese Mattia Benito Zichittella, che domenica scorsa è stato posto agli arresti domiciliari dalla polizia (poi il giudice lo ha rimesso in libertà con obbligo di dimora a Marsala) per avere “pestato”, a sangue, insieme ad un cugino, S.M., di 17 anni, un ragazzo straniero o nei pressi del distributore carburanti di corso Gramsci/via Ugdulena, procurandogli grave ferite.
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“L’ho inseguito – sostiene Zichittella - perché mi aveva rubato il telefono cellulare mentre ero in auto con la mia ragazza”. Al rifornimento carburanti, il 18enne marsalese ha raggiunto il ragazzo straniero dopo un inseguimento che sarebbe iniziato nella zona del parco dell’ex Salinella, dove Zichittella era in auto con la fidanzata. Ad un certo punto, avrebbero visto qualcuno vicino all’auto e hanno pensato che fosse un guardone. Poi, invece, secondo il racconto di Zichittella, che è difeso dall’avvocato Alessandro Casano, il giovane con mossa fulminea si sarebbe impossessato del telefonino che era poggiato sul cruscotto ed è fuggito in bicicletta. Mattia Benito Zichittella lo ha, quindi, inseguito a piedi, raggiungendolo nei pressi del rifornimento carburanti di corso Gramsci. Qui, secondo quanto si legge nel capo d’accusa, avrebbe fatto cadere la sua vittima con un calcio alla bici. Poi, l’avrebbe colpito con calci e pugni. Nel frattempo, è arrivato un minorenne, S.M. (denunciato al Tribunale per i minorenni di Palermo), che avrebbe colpito alla testa la vittima con un casco da motociclista. Un colpo violentissimo. Il giovane ha, infatti, riportato ferite che i medici del Pronto soccorso hanno giudicato guaribili in 30 giorni (emorragia cerebrale, frattura occipitale e delle ossa nasali).
Arrivata sul posto, la polizia trovava l’africano riverso a terra, con Zichittella che ammetteva le sue responsabilità. Poi, il giudice Sara Quittino, dopo la convalida dell’arresto, lo ha rimesso in libertà con obbligo di dimora nel Comune di Marsala.
“Da quanto è emerso in questa prima fase delle indagini – dice l’avvocato Alessandro Casano - appare certo che non si è trattato di un’aggressione a sfondo razziale ma, piuttosto, di una reazione, sicuramente sproporzionata, al furto commesso da un cittadino extracomunitario che ha sottratto il cellulare dal cruscotto dell’auto dell’indagato mentre questi si trovava insieme alla fidanzata in un luogo appartato”.
Intanto, gli inquirenti evidenziano che bisogna ancora chiarire come abbia fatto Zichittella a comunicare alla fidanzata e al cugino dove raggiungerlo se il telefonino gli era stato rubato, e che nelle immagini di una telecamera di un supermercato che ha filmato un momento dell’inseguimento si vede il giovane marsalese con qualcosa in mano che somiglia a un telefono. In questo caso, secondo il giudice Quittino, le cose potrebbero essere andate diversamente da come racconta Zichittella.