“Forse deluderò qualcuno, e forse molti, se non replicherò con altrettanta violenza verbale (tanto in voga in questi tempi) ed offese, limitandomi semplicemente ad evidenziare mere constatazioni sull’ignorantia legis di alcuni protagonisti, o presunti tali, dei social network, indipendentemente dalla carica pubblica dagli stessi ricoperta”.
Sono le parole di una lunga e dettagliata nota, inviataci dall’assessore alla cultura del comune di Castelvetrano, Chiara Modica Donà Dalle Rose, dopo alcuni commenti su Facebook da parte del sindaco di Partanna Nicola Catania ad una nostra intervista di qualche giorno fa (che trovate qui).
Quasi sempre, redazioni e giornalisti postano sui social gli articoli e le interviste del proprio giornale on line, con un commento estrapolato dal testo, a “cappello del link”; una sorta di invito alla lettura dell’intero articolo.
Spesso però accade che il dibattito si focalizzi soltanto sulla frase estrapolata, senza leggere il resto.
E forse questa volta c’è cascato anche il sindaco di Partanna, commentando la frase estrapolata e tenendo poco conto dell’intera intervista.
“… Fa più impressione constatare in una dinamica un po’ autoreferenziale, permettetemi di sottolinearlo – ha scritto l’assessore Chiara Donà Dalle Rose - sentirsi apostrofare come persona munita di ‘tanta arroganza mista ad altrettanta ignoranza!’ proprio da chi rivestendo una così alta carica ci si aspetterebbe più prudente e pacato, soprattutto se munito di cognizione di causa o quanto meno presunta e presumibile”.
Di seguito la nota dell’assessore
Gentilissimi,
non è mia abitudine parlare e trattare questioni di tale importanza sui social - anche se nello spazio dedicato alla libertà di espressione e di replica che ritengo sia un diritto inviolabile per qualsiasi cittadino, e tra questi certamente il primo cittadino di Partanna – pertanto esercito il mio diritto scrivendo al giornalista che mi ha intervistato… e riportato il testo parziale delle mie risposte. Se, da un lato, fa un certo effetto vedere nei social le proprie dichiarazioni - estrapolate dai giornali, online o cartacei – oggetto di manipolazioni e giochi di parole atti a condurre solo al fraintendimento ed alla mera gogna mediatica nella più vasta e celere dinamica della sintesi a tutti i costi , nel tentativo di tenere calda una dialettica ed una linea scandalistica tra commilitoni occasionali.
Dall’altro lato, fa più impressione constatare in una dinamica un po’ autoreferenziale, permettetemi
di sottolinearlo, sentirsi apostrofare come persona munita di “tanta arroganza mista ad altrettanta ignoranza!” proprio da chi rivestendo una così alta carica ci si aspetterebbe più prudente e pacato, soprattutto se munito di cognizione di causa o quanto meno presunta e presumibile. Il sindaco di Partanna per quel che ne possa sapere io e per quel che possa valere la mia valutazione, è un ottimo governatore della propria città e nutre di ottima stima e fiducia dei suoi concittadini che in parte vivono a cavallo con altre città del Belice, tra cui certamente anche Castelvetrano. Tra le tante cose che ho compreso in questi mesi, tra le due città ci sono grandi legami di parentela e di affinità che vorrei promuovere e non certo dividere, guardando alla territorio come una comunità che dovrebbe avere fini e scopi spesso comuni che, per quanto mi riguarda, è stata sempre invitata e chiamata alla condivisione.
Ho avuto modo d’incontrare il sindaco Catania in due occasioni, una pubblica ed unica privata, ma sempre n.q. e tra di noi ritenevo e ritengo ancora ci siano stati e ci potranno essere scambi suggellati dal rispetto delle persone, prima ancora che dai ruoli.
Non posso che dispiacermi delle offese e delle valutazioni che su Facebook, proprio Nicola Catania
ha ritenuto opportuno scrivere nei miei confronti condividendoli con l’ala destra e l’ala sinistra, per
utilizzare una dinamica più da stadio che da serena dialettica, di assidui frequentatori della pubblica
piazza di facebook nelle persone di Adalgisa Giancana “Purtroppo c'è chi cerca la risposta alla propria incompetenza ipotizzando "intrallazzi" dove non ce né.....è più facile!” e Francesco Bongiorno “La peggior disgrazia per una comunità è la politica divisiva. Non si fa sistema. Non si dialoga con i Comuni limitrofi, e cosa ancora più grave è che si continua ad insinuare piuttosto che lavorare. Castelvetrano tanto tempo fa era il comune capofila della Valle del Belice perché era in grado di dare l'esempio, oggi è solo in grado di giudicare con pregiudizio chi gli sta intorno. Lavorare di più e parlare sempre meno” sulla pagina FB del giornalista Egidio Morici.
Forse deluderò qualcuno, e forse molti, se non replicherò con altrettanta violenza verbale (tanto in voga in questi tempi) ed offese, limitandomi semplicemente ad evidenziare mere constatazioni sull’ignorantia legis di alcuni protagonisti, o presunti tali, dei social network – indipendentemente dalla carica pubblica dagli stessi ricoperta.
Preciso quindi qui con una lettera al giornale ed al giornalista che ha avuto la pazienza di aspettarmi
la settimana scorsa al convento di San Francesco di Paola e di ascoltarmi, ringraziandolo per la funzione pubblica che esercita, quanto dichiaratogli de visu in modo spedito, semplice e, mi sembrava, chiaro:
Il Castello Grifeo di Partanna non è parte dell’ente parco di Selinute, Cave di Cusa e di Pantelleria, nessuna modifica perimetrale risulta ad oggi essere stata fatta, né può considerarsi fatta implicitamente con mera disposizione della dirigenza generale dell’assessorato ai beni culturali ed all’identità siciliana. Ho spiegato infatti al giornalista, durante l’intervista, che il Castello Grifeo di Partanna ad oggi non è parte dell’ente parco e che vi era in atto una macroscopica confusione tra quello che è l’iter di una legge regionale emessa dal parlamento della Sicilia come quella n.20 del 2000, a cui il parco di Selinunte è sottoposta nella sua parte Titolo II e quella che è invece una rimodulazione legittima interna della direzione generale che, creando delle strutture periferiche. Pertanto la Regione Siciliana si organizza in dipartimenti e quello dei beni culturali in strutture periferiche quali servizi parchi e servizi musei. E per evitare di dare più stipendi per dirigenti operanti nel medesimo perimetro geografico può capitare che alle medesime persone vengono attribuite le gestioni di parchi e di musei, senza che ci sia un assorbimento di un servizio all’uno o all’altro.
Con tale riordino hanno intestato, sulla medesima figura dirigenziale, la nomina di Direttore del Parco e quella di Dirigente con delega a trattare il Castello Grifeo, senza per questo farle coincidere, parlando appunto di “assegnazione”.
Tale dinamica, decisamente in uso negli ultimi anni in seno all’assessorato beni culturali e identità siciliana, è confermata da altre dinamiche di simile portata, come la delega sul Satiro Danzante al Dirigente che oggi riveste anche il ruolo di direttore del Parco di Selinunte, come la circostanza che la Tonnara Florio di proprietà della Regione è stata affidata al Comune di Favignana mentre prima, sia il Satiro, che la Tonnara Florio , il Castello Grifeo erano sotto la gestione del direttore del Museo Pepoli.
Considerato che il direttore del Parco di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria, ai sensi del Titolo II della legge regionale 20 del 2000 ricopre , per volontà e nomina dell’assessore alla Cultura Presidente Nello Mussumeci, anche il ruolo di Presidente del Parco di Agrigento, titolo I della legge regionale 20 del 2000 allora potremmo azzardare a pretendere di affermare – spero solo sui social!!! – che coincidendo le figure apicali nei due parchi nella medesima persona, la figura superiore (la presidenza del parco di Agrigento) assorba quella inferiore (la direzione del Parco di Selinunte) e quindi il parco di Selinunte sarebbe – PER ASSURDO - annesso direttamente a quello di Agrigento con confusione ed utilizzo nei due sensi delle loro rispettive tesorerie, SENZA NUOVA PERIMETRAZIONE e per interpretazione generica di una legge regionale disattendendola per analogia e mera confusione interpretativa! Lo scenario e l’incertezza giuridica che ne verrebbe fuori
sarebbe una autentica catastrofe dal punto di vista della tesoreria incrociata anche se a ben riflettere forse, in sostanza, è proprio quello che rischia di accadere -quanto meno in potenza - se non si rende
operativo al più presto il comitato scientifico del parco di Selinunte.
Ma scendendo ora veramente più terra terra, vi chiedo di spogliarvi da posizioni autarchiche e sprovviste di aderenza alla realtà, limitandovi solo a leggere le determine 211 e 228 del 1 e del 19 agosto del 2019 della Direzione del Parco di Selinunte per comprendere a pieno che nessuno può dire, e per primo è proprio il direttore del Parco di oggi ( Arch. Agrò) e di ieri (Arch. Caruso) ad affermarlo, che il Castello Grifeo è parte dell’ente parco, in luogo di una mera e semplice assegnazione del castello al parco e quindi alla direzione di chi ricopre il ruolo di direttore dell’ente parco: “dato atto che con disposizione di prot- 11687 del 28 febbraio 2019 il Dirigente Generale del Dipartimento dei Beni Culturali e dell’identità Siciliana ha disposto l’assegnazione del Castello Grifeo di Partanna al Parco Archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria”, detta proprio i considerato delle due determine del direttore del parco del 1 e 9 agosto 2019, la n.211 e 228.
Assegnazione non vuol dire infatti perimetrazione e non vorrei troppo insistere in costanza di palese
evidenza.
Voglio invece ribadire che, per quanto possa contare ogni mia riflessione o valutazione, la sottoscritta non intende e non ha inteso criticare l’operato del direttore del parco in merito all’elargizione di 35 o 70.000,00 euro più al comune di Partanna e di quanto vorrà e potrà ancora elargire a Mazzara per il Satiro o a Castelvetrano per la Porta di Triscina o per i confini dei 265 ettari del Parco incidenti dentro il territorio del comune di Castelvetrano, né quella del commissario straordinario (nominato consecutivamente per la terza volta nel Sig. Roberto La Rocca prima per sei
mesi non rinnovabili, poi per altri se mesi non rinnovabili ed infine con il solito limite della ricostituzione del comitato scientifico), né tantomeno ha voluto criticare l’operato del Sindaco di Partanna che li ha legittimamente chiesti ed gentilmente ottenuti, essendo elargizioni degne di merito e di valutazione positiva perché palesemente dirette ad una migliore fruizione e gradimento dei beni della Regione Siciliana gestiti dai Comuni di cui i cittadini ed i vacanzieri hanno potuto godere, tra cui a mio parere, rientrano anche i concerti estivi e quant’altro spettacolo e mostra temporanea o fiera.
Nel rispondere alle domande del giornalista ho semplicemente cercato di rappresentare che il comitato scientifico non si è mai sciolto, come recita il disposto normativo è stato costituito per la prima volta dall’assessore ai beni culturali ed ambientali e per la pubblica istruzione “entro 60 giorni dal decreto di istituzione del parco “. Questa costituzione è stata operata anni fa dall’assessore p.t. e non è certo un potere ad oggi conferito né all’assessore ai beni culturali né all’assessore alla pubblica istruzione (?!), né tantomeno al Presidente della Regione con o senza delega di riferimento, potendo scegliere tra quella alla pubblica istruzione a quella ai beni culturali.
Il comitato ed è composto, ipso facto e de jure per la carica pro tempore rivestita:
a) dal sovrintendente per i beni culturali ed ambientali competente per territorio, con funzioni di
presidente;
b) dal sindaco o dai sindaci dei comuni interessati;
e semplicemente non ne è previsto né lo scioglimento, né la sua integrale sostituzione per mezzo di commissari ad acta. Se di commissari si volesse parlare si potrebbe forse solo in merito alle tre figure specialistiche che i comuni e l’assessore della Regione dovrebbe eleggere.
Ora mi chiedo come non sbalzi agli occhi di tutti che la legge 20 del 2000 ed i successivi regolamenti non nomencla la figura del commissario ma soprattutto come può non apparire evidente che un intero comitato composto da soprintendenti e sindaci, possa essere sostituito da una sola persona spesso non munita di alcuna carica dirigenziale, in seno alla pubblica amministrazione e scelta solo dall’assessore, indicata dal non requisito di “funzionario direttivo dei ruoli regionali” ?!
Per vostra migliore praticità vi riporto il testo integrale della legge reginale n.20 del 2000 negli articoli dedicati agli organi del parco ai sensi del titolo II Titolo II legge regione Siciliana n.20 del 2000
“Art. 21
Organi del parco
1. Sono organi del parco:
a) il direttore;
b) il comitato tecnico-scientifico.
Art. 22
Direttore del parco. Nomina e funzioni
1. L'incarico di direttore del Parco è conferito, a tempo determinato, dall'Assessore regionale per i beni culturali ed ambientali e per la pubblica istruzione ad un dirigente tecnico in servizio presso l'Assessorato regionale dei beni culturali ed ambientali e della pubblica istruzione.
2. Il direttore, cui spetta la rappresentanza legale e la responsabilità generale della gestione del parco, esercita le seguenti funzioni:
a) partecipa al comitato tecnico-scientifico;
b) predispone lo schema di regolamento interno per l'organizzazione ed il funzionamento del parco ed il programma annuale e triennale di attività, con particolare riferimento alla ricerca archeologica, al restauro, manutenzione e conservazione del patrimonio archeologico;
c) dà esecuzione ai medesimi programmi, dopo l'approvazione da parte dell'Assessore regionale per i beni culturali ed ambientali e per la pubblica istruzione;
d) sovrintende al corretto funzionamento del parco, vigilando sul rispetto del regolamento;
e) dirige il personale del parco;
f) formula proposte da sottoporre al parere del comitato tecnico-scientifico, ivi compresi gli schemi di bilancio e di
conto consuntivo;
g) provvede alle spese necessarie per l'ordinario funzionamento del parco;
h) esercita tutte le altre funzioni attribuitegli dal regolamento.
Art. 23 Comitato tecnico-scientifico. Nomina e funzioni
1. Il Comitato tecnico-scientifico è nominato dall'Assessore regionale per i beni culturali ed ambientali e per la pubblica istruzione entro 60 giorni dal decreto di istituzione del parco ed è composto:
a) dal sovrintendente per i beni culturali ed ambientali competente per territorio, con funzioni di presidente;
b) dal sindaco o dai sindaci dei comuni interessati;
c) da due esperti designati dall'Assessore regionale per i beni culturali ed ambientali e per la pubblica istruzione, scelti tra i docenti universitari o tra i componenti di fondazioni e associazioni culturali e ambientali di rilevanza nazionale;
d) da un esperto, designato dal sindaco o dai sindaci dei comuni interessati, scelto tra i docenti universitari o tra i componenti di fondazioni e associazioni culturali ed ambientali di rilevanza nazionale.
2. Il Comitato tecnico-scientifico esprime il proprio parere sullo schema di regolamento interno per l'organizzazione ed il funzionamento del parco, sullo schema di bilancio, sul programma annuale e triennale di attività nonché sugli interventi da eseguire all'interno del perimetro del parco da parte del parco stesso e su ogni altra questione allo stesso sottoposta dal direttore. Esercita, inoltre, tutte le altre funzioni attribuitegli dal regolamento.
3. I componenti designati durano in carica 3 anni e possono essere riconfermati una volta sola.
4. Ai componenti del Comitato tecnico-scientifico sono corrisposti un rimborso delle spese di viaggio e un'indennità di missione, se dovuta, nonché un gettone di presenza nella misura pari a quella spettante ai componenti del Consiglio regionale dei beni culturali ed ambientali.
5. Fermi restando i compiti di tutela delle soprintendenze per i beni culturali ed ambientali, per gli interventi proposti dal direttore del parco e da eseguire all'interno del perimetro del parco da parte del parco stesso, il parere espresso dal Comitato tecnico scientifico presieduto dal sovrintendente ai beni culturali ed ambientali sostituisce l'autorizzazione da rendersi ai sensi degli articoli 21 e 151 del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490.”
Ribadendo la mia stima e l’ammirazione al sindaco di Partanna per l’evidente ottima gestione della città che governa e nell’augurargli quanti più finanziamenti possibili elargiti da qualsivoglia ente pubblico o privato, tengo a precisare ai suoi interlocutori facebookiani che il Comune di Castelvetrano è stato commissariato e restituito alla cittadinanza dopo le elezioni in una grave situazione di dissesto economico ben nota a tutti e tale da rendere difficile se non quasi impossibile la sua gestione con le mere casse del comune, permanendo a suo capo però l’obbligo di tenere percorribile le strade che dall’autostrada passando per le vie comunali portano i turisti a Marinella ed a Triscina per ivi accedere e pagare il biglietto di ingresso a Selinunte.
In questi giorni ho sentito molte persone dilettarsi nell’operare demagogiche critiche e constatazioni
di uno stato di grave abbandono della città che non posso che condividere, ma dove erano tutte queste sedicenti persone quando c’era la commissione prefettizia e dove pensano che noi possiamo trovare le risorse finanziarie, oggi, per sistemare i danni posti in essere nel passato e non solo dell’ultimo triennio di governo della città?!
Grava infatti sulle casse del Comune la gestione e manutenzione del manto stradale, dell’illuminazione, delle vegetazioni debordanti che lungo tutto il perimetro, ivi compreso quelle in specie acacie orride (non me ne voglia la pianta, si chiama così!) e altre piante che dalla recinzione del parco escono fuori sino ad incrociarsi con il visus dei motociclisti e dei conducenti di macchine ed autobus, come anche il controllo e la gestione delle fognature e pali della luce che giungono sino a Selinunte e tanti altri oneri.
Dopo avere approfondito e studiato, impiegato parecchio tempo mio personale, nonché invitato al pubblico dibattito tutti, ivi compreso il sindaco di Partanna, al convento di San Francesco di Paola, in questi ultimi mesi in merito alla situazione del parco per negazione ed assenza del suo organo “il comitato scientifico” permettetemi di rispondere… in merito alle accuse di “arroganza ed ignoranza” che spesso:
è ciò che pensiamo di sapere già che ci impedisce di imparare cose nuove, si che l’arroganza finisce
per farti credere “che tu stia così in alto da non avere bisogno di un orecchio incollato al terreno” come diceva l’intraprendente giornalista e uomo d’affari Harvey Mackay.
Per chi invece, non condividerà quanto da me scritto o quanto disciplinato dal legislatore siciliano, o semplicemente non avrà voglia di ascoltarmi solo perché sono donna e sono nata e vissuta a Venezia, non mi resta che dire che se di arroganza si vuole parlare vi prego di aggiungere “onesta
arroganza” in luogo di una altrimenti dai medesi accusatori auspicata “ipocrita umiltà”.
Se ho scelto la prima, oggi ho una ragione in più per non cambiare idea.
Grazie
Chiara Modìca Donà dalle Rose
Assessore alla cultura ed alla cultura della legalità
Del Comune di Castelvetrano Selinunte