Avevano tra i 6 e 14 anni, erano in sette e tutte andavano a lezione di equitazione nello stesso maneggio. Da anni però, tra una lezione e l’altra, il proprietario abusava di loro costringendole, dietro minaccia, a tacere.
A inchiodarlo un’allieva tredicenne che s’è fatta coraggio e ha chiamato il Telefono azzurro. È successo in un centro ippico del Casertano. L’uomo, finito agli arresti domiciliari, è accusato di violenza sessuale pluriaggravata continuata.
on ti permettere di parlare, tanto nessuno ti crederà». Avrebbe minacciato così, con questo avvertimento verbale, almeno sette ragazzine tra i 6 e i 14 anni, che frequentavano il suo maneggio. Un avvertimento, quello dell'uomo, quasi cinquantenne, che non ha fermato il coraggio di una delle vittime: l'allieva minorenne, infatti, è riuscita a confessare prima a una consulente di «Telefono azzurro» e poi ai suoi genitori quegli strani atteggiamenti del maestro. Così, dopo la prima denuncia della ragazza che ha vinto quella comprensibile sensazione tra il misto di paura e vergogna, sono arrivate anche le testimonianze delle altre sei minorenni che frequentavano il centro ippico del quale è titolare proprio l'istruttore di equitazione.
Le indagini sono state delegate dalla Procura, in particolare dai pubblici ministeri del pool «fasce deboli», alla Squadra Mobile di Caserta guidata da Davide Corazzini, che ha scoperto che anche altre sei ragazze sarebbero rimaste vittime, nel tempo, delle molestie del loro istruttore. Gli inquirenti hanno convocato le vittime, che hanno confermato con dovizia particolare gli abusi subiti; sotto choc le minori, molto arrabbiati i genitori, che credevano di aver affidato le proprie figlie ad una persone seria e competente. Nessun altro addetto della struttura è risultato complice o quanto meno acquiescente con l'istruttore, anche perchè le condotte incriminate sarebbero avvenute nei momenti in cui l'uomo si isolava con le varie ragazzine, per esempio quando andava a dar da mangiare ai cavalli. In un caso, è emerso, l'istruttore avrebbe bloccato le braccia di una delle sue allieve, strofinandosi contro di lei, per poi dirle, con parole intrise di minaccia e senso di impunità: «non ti permettere di parlare, tanto nessuno ti crederà». Alla fine però una delle giovanissime vittime ha parlato facendolo arrestare.