Storie d’amore, storie di sangue, di ‘ndrangheta. Il libro "Lupare Rosa" di Marcello Cozzi, edito da Rubbettino, attraversa storie di donne, di famiglie, di privazioni, di galera.
Una scrittura fluida e dirompente, non c’è tensione durante i racconti ma narrazione della realtà. L’autore riesce a farci entrare direttamente in quelle vite con la potenza della scrittura. Sangue versato tanto, silenzi pure, complici di una giovinezza che offusca la mente.
Eppure queste donne hanno amato, poi si sono rese conto che la loro gabbia d’oro non le faceva vivere. Controllate nei movimenti, nelle spese, buone a fare le mamme, ad accudire la casa. Prigioniere di se stesse e di un mondo che non possono abbandonare se non con la morte.
Si legge velocemente, rapisce il fiato, affonda in uno scenario di vita calabrese che mette a nudo le cosche nella loro vita familiare. Molte di queste donne hanno tentato di lasciarsi tutto alle spalle, non ci sono riuscite. E’ mancato il coraggio, la spinta finale. Tornare indietro per amore dei figli e per paura di fare una scelta sbagliata. Chi torna indietro muore. Si inscenano suicidi, l’acido ingoiato le distrugge. Il disonore si lava con il sangue.
Rossella è stata ammazzata, invece, e fatta a pezzi. I suoi resti sparsi in mare. Vite ridotte a brandelli, corpi non più ritrovati. Verità accertate troppo tardi. Erano donne piene di vita, determinate a dare una svolta ma con la fragilità di un fiore. Quanti silenzi che hanno fatto rumore, quanti occhi bassi che sognavo il cielo, la speranza di una nuova città o la semplice compagnia di un’amica. Lunghi attimi, interminabili, la certezza del rientro e la tumulazione di ogni emozione.
Sottomesse nella loro dignità. Sono morte così: Cetta, Angela, Tita, Rossella.