Agrigento, Palermo Pagliarelli, Trapani e Tolmezzo: decine di visite nelle carceri, non solo siciliane, per incontrare i detenuti accusati di mafia e, secondo l'accusa, veicolare i messaggi all'esterno. I nuovi documenti, insieme agli atti della nuova inchiesta per falso, sono stati prodotti dal pubblico ministero della Dda Francesca Dessì al tribunale del riesame di Palermo.
I giudici entro oggi decideranno se annullare l'ordinanza cautelare in carcere, come chiesto dall'avvocato difensore Salvatore Pennica, e quindi rimettere in libertà Antonello Nicosia, 48 anni, ex assistente della parlamentare Giusi Occhionero, molisana eletta con Leu e ora passata a Italia Viva, che - secondo quanto ipotizza la Dda di Palermo - sfruttando il suo incarico, sarebbe riuscito a entrare nelle carceri di massima sicurezza e veicolare i messaggi dei boss all'esterno.
Era questo, secondo il pm, il «passepartout» - da lì il nome all'inchiesta - che gli consentiva di acquisire e trasmettere informazioni dalle carceri di massima sicurezza all'esterno e viceversa. Mentre la difesa ha chiesto l'annullamento del provvedimento restrittivo sostenendo che non vi fosse «alcun rapporto di organicità a Cosa nostra» e molte delle frasi intercettate fossero «semplici vanterie», il magistrato della Dda ha prodotto gli atti della nuova inchiesta per falso che coinvolge anche la deputata Occhionero. La parlamentare è indagata, in concorso con lo stesso Nicosia, per avere attestato contrariamente al vero, per un periodo, la circostanza che fosse suo assistente parlamentare consentendogli di entrare nelle carceri.
Il magistrato della Procura ha prodotto, inoltre, anche un elenco degli accessi fatti in carcere da Nicosia, finiti al centro delle indagini. Nella lista ci sono decine di ingressi nelle strutture non solo siciliane dove Nicosia, che era pure componente del comitato nazionale dei radicali, sarebbe andato portando messaggi all'esterno e strumentalizzando, quindi, il suo ruolo istituzionale. Nicosia, peraltro, insieme ad Accursio Dimino, 61 anni, presunto boss di Sciacca arrestato dopo due condanne per mafia, avrebbe gestito affari e società e, persino, progettato un omicidio. I giudici decideranno entro lunedì.