Si è svolta a Palermo la Marcia per il lavoro dei dipendenti del gruppo della Grande Distribuzione Fortè.
Il corteo di protesta è partito dalla sede di Corso Tukory ed è arrivato davanti a Palazzo D’Orleans, sede della presidenza della Regione Siciliana, con l’obiettivo di ottenere un confronto con il Presidente Musumeci.
“Il governo regionale non può far finta di niente , non può far finta che non esista un’emergenza fondamentale per la Regione siciliana” sostiene Andrea Monteleone segretario regionale Sinalp.
La manifestazione è stata organizzata per difendere 500 posti di lavoro a rischio a causa della crisi del gruppo Fortè.
“Consideri che all’inizio di questa battaglia c’erano circa 600 lavoratori , già un centinaio di questi lavoratori sono stati costretti a dare le dimissioni per poter ottenere la NASPL e quindi sopravvivere mentre tutti gli altri che da cinque, sei, otto mesi non percepiscono lo stipendio oggi riescono a sopravvivere perché nell’ambito dei loro nuclei famigliari c’è sempre qualche famigliare che li aiuta, questi ragazzi sono in un mare di guai e non c’è nessuno che li aiuta e saranno costretti ad emigrare” conclude allarmato Monteleone.
Per Manlio Cardella, segretario Fast Confsal Sicilia, “non possiamo affidare solo alla magistratura le sorti di questa vicenda, è ovvio che la magistratura deve fare il suo lavoro, la dimensione del problema è enorme. Noi chiediamo al governo regionale ma anche all’assemblea regionale siciliana che una volta tanto si parli in questa regione, per lunghi giorni e fino a quando non si risolve il problema del tema del lavoro. Questa è una crisi della grande distribuzione siciliana e noi chiediamo al governo e al presidente che interpelli il ministero del lavoro e chiederemo di istituire un tavolo di crisi per la grande distribuzione in Sicilia”.
Rosario Marco Vizzini , segretario provinciale Usi ,esprime la preoccupazione dei lavoratori che si sentono abbandonati dalle istituzioni.
“Oggi dovrebbe essere la giornata decisiva perché oggi vogliamo delle risposte. Dobbiamo far conoscere al presidente Musumeci quello che questi padri di famiglia hanno subito>>.
Vizzini conclude confermando l’impegno dell’organizzazione sindacale nell’assistere questi padri di famiglia puntualizzando però che << la stessa responsabilità deve essere assunta anche dalle istituzioni”.