Puntuale come tutte le edizioni del Festival di Sanremo è spuntata la polemica sui cachet. In questo caso non, come gli scorsi anni, relativamente a quello del conduttore ma rispetto a quanto percepirebbe Roberto Benigni una volta confermato ospite. Si parla di 300mila euro, da alcuni giudicati troppi. Ma non dagli addetti ai lavori che anzi spiegano:
“Come in tutti i grandi eventi i conti si fanno comparando i costi con i ricavi – spiega Stella Romagnoli, direttore generale dell’IAA International Advertising Association, l’associazione di esperti di marketing e comunicazione più rilevante a livello internazionale, presente in 50 paesi tra cui l’Italia - “Sanremo è un’industria che produce qualcosa oltre i 30 milioni di euro solo di raccolta pubblicitaria, quindi se da un lato ha buon senso essere attenti con le spese, dall’altro bisogna anche investire per mantenere attrattivo l’evento, che in questo caso specifico, è uno dei principali eventi mediatici italiani. Ritengo perciò che RAI – continua Stella Romagnoli – che ha una grande capacità produttiva e di gestione, nel caso di Benigni stia operando con giudizio.
300mila per Benigni? Di fatto un mezzo-cachet - “Non dimentichiamo – concludono i pubblicitari - che stiamo parlando di un Premio Oscar nonché di un’artista enorme, riconosciuto internazionalmente, che credo possa assolutamente valere un ‘mezzo-cachet’ di una qualsiasi altra rockstar”.