Una condanna tutto sommato mite per un giovane automobilista marsalese processato, con rito abbreviato, per omicidio stradale: otto mesi di reclusione (per questo reato la legge prevede da due a sette anni) e sei mesi di sospensione della patente di guida.
Ciò perché alla vittima è stato contestato il “concorso di colpa” (sulla moto senza casco e pare anche a fari spenti), mentre nel sangue dell’investitore - che si è difeso affermando di non averlo visto, se non quando c’è stato il terribile impatto – non sono state trovate eventuali tracce di alcool o droghe. Ad essere condannato (sentenza del gup Francesco Parrinello) è stato il 24enne marsalese Giampiero Foderà, che la sera del 18 ottobre 2018 era alla guida della Fiat Punto che ad un incrocio di contrada Casazze, quasi di fronte il Bar Tahiti, investì la moto sulla quale viaggiava il 25enne Mariano Baiata. Il giovane morì l’indomani all’ospedale Villa Sofia di Palermo in conseguenza delle gravi ferite riportate nell’impatto. “Non l’ho visto” dichiarò, poi, il Foderà, che successivamente, come sottolinea il suo difensore, l’avvocato Vincenzo Sammartano, “si presentò spontaneamente al pubblico ministero”. I familiari della vittima, ancora molto provati, non si sono, comunque, costituiti parte civile contro chi guidava l’auto. Anche se “parte offesa”. E in quanto tale, il padre di Mariano Baiata è stato assistito dall’avvocato Giuseppe Casano.