Due furti sacrileghi sono stati commessi, nell’arco di appena un mese, ai danni della chiesa Trinità di contrada Ranna. In entrambe le occasioni i ladri sono entrati forzando una porta posteriore dell’edificio di culto, dal quale, stavolta, hanno portato via sei candelabri in ottone.
“Hanno preso quello che non erano riusciti a portare via nel primo furto” dice, sconsolato il parroco, don Giuseppe Sammartano, che dell’accaduto ha avvertito i carabinieri.
Un mese fa, il bottino fu la coppa dorata che contiene le ostie e del denaro. Pare, offerte dei fedeli che la domenica, durante la messa, lasciano le loro elemosine. Anche allora, il parroco avvertì i carabinieri, che avviarono le indagini.
Intanto, dopo questo secondo furto, nella contrada si era sparsa la voce che fossero stati commessi anche atti vandalici all’interno della chiesa. Forse, uno sgarbo. Una voce che, però, il prete tiene a smentire. Alla fine dello scorso novembre, allarmati per i diversi furti commessi in abitazioni e per altri episodi di criminalità, un gruppo di marsalesi residenti in queste contrade del versante nord marsalese, con un’altra petizione (oltre 170 firme), aveva chiesto una maggiore presenza dello Stato: più uomini e mezzi per le forze dell’ordine. La petizione è stata inviata al ministro dell’Interno, al capo della polizia e ai comandanti generali di carabinieri e guardia di finanza. “La periferia – si afferma nella lettera - continua a contare furti vari, spesse volte non denunciati perché tanto si sa che le denunce contro ignoti non portano quasi mai all’individuazione degli autori dei vari reati”. Si chiede, inoltre, “come mai Trapani, meno popolata, abbia un numero di volanti di P.S., C.C. e G.d.F. superiore a quello di Marsala”. E come, in tali condizioni, le forze dell’ordine possano “provvedere al controllo di un territorio che conta oltre 100 contrade, una sola volante della P.S. o dei Carabinieri?”. Da Roma, però, dice uno dei firmatari, “non è ancora arrivata alcuna risposta”. Come, del resto, era facilmente prevedibile.