La Direzione Investigativa Antimafia ha eseguito a Castelvetrano un decreto di sequestro di beni nei confronti dell’imprenditore Carlo Cattaneo, 35enne, attivo nel settore dei giochi e delle scommesse, indiziato di appartenere a Cosa nostra.
L’attività si basa sulle acquisizioni investigative dell’operazione “Anno zero”, svolta nel 2018, nel cui ambito furono eseguiti provvedimenti di fermo e decreti di sequestro emessi dalla DDA di Palermo nei confronti di numerosi affiliati a famiglie mafiose del mandamento di Castelvetrano, fra i quali Carlo Cattaneo e Rosario Allegra (recentemente deceduto), cognato del latitante Matteo Messina Denaro per averne sposato la sorella Giovanna, accusati rispettivamente di concorso esterno e partecipazione in associazione di tipo mafioso.
Le indagini, suffragate anche dalle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, dimostrarono come l’espansione, nella Sicilia occidentale, delle agenzie di scommesse affiliate a siti di gioco on line (illeciti) sponsorizzati dalCattaneo, fosse strettamente correlata alla sua interazione con Cosa nostra.
I rapporti d’affari erano stati avviati, fra il 2012 e il 2013, per iniziativa di Francesco Guttadauro (definitivamente condannato per associazione mafiosa, nonché nipote prediletto di Matteo Messina Denaro) e continuarono, anche dopo l’arresto di quest’ultimo (avvenuto nel dicembre 2013), tramite di Rosario Allegra, che, a fronte di protezione, riscuoteva da Cattaneo periodiche somme di denaro, utilizzate sia per il sostentamento dei familiari del latitante, sia per quello dell’organizzazione mafiosa.
Ecco cosa è stato sequestrato:
- quote e intero compendio aziendale di 2 società di capitali ed 1 ditta individuale (con sedi a Palermo e a Castelvetrano) operanti nel settore della ristorazione e nei servizi informatici di gestione di sale giochi e scommesse;
- un appartamento, un appezzamento di terreno ed un fabbricato in corso di costruzione a Castelvetrano;
- diverse autovetture e motocicli;
- 4 conti correnti bancari, 1 polizza, depositi e rapporti con istituti di credito, per un valore prudenzialmente stimato in oltre 300mila euro.