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15/07/2020 06:00:00

L'ultimo bacio al boss. Ruggirello e la mafia story

 Non ha avuto il tempo di godersi il ritorno a casa, dopo un anno e più di carcere, che si è visto notificare un altro avviso di garanzia per i suoi rapporti con gli esponenti mafiosi.


Gli ultimi anni di Paolo Ruggirello, ex deputato regionale del Pd, sono stati molto movimentati. E a pochi giorni dalla scarcerazione, con gli arresti domiciliari per i fatti di “Scrigno”, ecco che arrivano nuovi guai, e nuove immagini con Ruggirello che abbraccia e bacia il boss Mariano Asaro.
L’ultimo bacio, di un politico su cui c’è stato per anni il sospetto di vicinanze ad ambienti criminali, ma che si sono disvelate solo nell’ultimo anno con i tanti e inquietanti rapporti emersi nell’inchiesta “Scrigno”.

La prima volta che il nome del politico trapanese, arrestato nei giorni scorsi, compare in un'informativa antimafia è nel 2001.
Siamo nel carcere di San Giuliano, Trapani, sala colloqui.
Girolamo Antonio Coppola è a colloquio con suo fratello, il boss Filippo Coppola. Con loro ci sono anche altre persone, e ascolta e partecipa alla chiacchierata inusuale per un penitenziario, anche Francesco Bica, uomo d'onore detenuto con Filippo Coppola. Una riunione orchestrata per parlare delle elezioni amministrative ad Erice. Bisogna fare il passaparola tra i detenuti che a loro volta lo faranno ai familiari. Il passaparola è per portare voti a Paolo Ruggirello. “Si deve votare per il fratello di Bice”. Il fratello di Bice Ruggirello, Paolo. E' il novembre 2001, di lì a qualche settimana Ruggirello inizia la sua scalata, diventa consigliere comunale ad Erice con la lista Nuova Sicilia. E' questo il punto di inizio. Il momento in cui gli inquirenti della provincia di Trapani cominciano a sentire dalla bocca dei mafiosi il nome di quello che diventerà uno dei politici più potenti del territorio.


L’ARRESTO DI RUGGIRELLO
Ruggirello diventa uno dei politici più influenti in provincia di Trapani. E cominciano a sollevarsi sospetti, dubbi, girano voci, su questo politico che riesce ad ottenere preferenze in ogni parte della provincia. Poi arriva il giorno in cui tutto viene svelato. E’ il 5 marzo 2019, Ruggirello viene arrestato insieme ad altre 24 persone. E’ l’operazione “Scrigno”. Finiscono in carcere boss del calibro di Pietro e Francesco Virga, Carmelo Salerno, Franco Orlando, le indagini coinvolgono politici, funzionari, criminali vari. E’ l’operazione antimafia che spiega molte cose del rapporto tra politica e mafia in provincia di Trapani degli ultimi anni.
L’ex deputato regionale e’ accusato di aver comprato voti dai boss, di aver collaborato con la famiglia mafiosa trapanese, di aver avuto rapporti con esponenti mafiosi, di aver gestito occultamente gli affari nei servizi sociali con cooperative a lui riconducibili.

 

I RAPPORTI CON I BOSS DI TRAPANI, LE ELEZIONI

Sono numerose le intercettazioni e le immagini che immortalano Ruggirello in compagnia di esponenti mafiosi.
La procura di Palermo contesta al politico trapanese una vera e propria compravendita di voti.
Ruggirello avrebbe infatti sborsato 20 mila euro per i figli del capomafia trapanese Vincenzo Virga (Francesco e Pietro).
Pietro Cusenza, arrestato nella stessa operazione nel marzo scorso, rispondendo da dichiarante alle domande dei pm, ha parlato di un incontro tra Ruggirello, Pietro Virga e Carmelo Salerno (presunto capomafia di Paceco, anche lui arrestato), avvenuto circa tre settimane prima delle elezioni regionali del 5 novembre 2017.
Incontro che sarebbe avvenuto in un villino di una delle figlie di Carmelo Salerno che, secondo quanto riferisce Cusenza, sarebbe durato un’ora, chiudendo “un accordo elettorale per 50 mila euro”.
Ruggirello avrebbe avuto rapporti con mafiosi e pregiudicati anche per le elezioni di Marsala del 2015, e ancora a Castelvetrano e Campobello. A Carmelo Salerno gli dice di trovargli “un candidato buon per Marsala”. A Campobello sono fitti i rapporti con Filippo Sammartano, mafioso deceduto, con Lillo Giambalvo, e altri personaggi dal passato poco limpido per spingere la sua lista Articolo 4 e per sostenere il candidato sindaco Giuseppe Castiglione.

IL RAGGIRELLO
Per molti era un santo, nella zona del Belice, per altri invece era una persona da prendere in giro. Da raggirare. Come i boss di Trapani che con lui hanno fatto il doppio gioco. Dalle informative della Procura Antimafia inserite nel fascicolo Scrigno emerge anche il bluff dei mafiosi nei confronti di Ruggirello.
E’ l’autunno del 2017, Ruggirello è deputato regionale e si ricandida all’Ars con il Pd. Stringe un patto con i mafiosi di Trapani e Paceco per il sostegno elettorale. Emerge che avrebbe chiuso un accordo da 50 mila euro.
I mafiosi gli avrebbero dovuto garantire la rielezione. Ruggirello, invece, resterà al palo con Virga e compari che gli fanno credere il sostegno, ma è tutta una presa in giro. Puntano su altri, e l’intenzione è quella di spillargli soldi. I fratelli Virga avevano deciso di abbandonare alla sua sorte Paolo Ruggirello, di posarlo, di non sostenerlo più di tanto alle elezioni. E di puntare su Ivana Inferrera, ex assessore trapanese, candidata alle regionali, anche lei arrestata, insieme al marito, Ninni D’Aguanno, nell’operazione Scrigno.


LE COOP E LA SANITA’
Faceva addirittura lui i colloqui per assumere le persone. La Cooperativa “Serenità” era una sua creatura.
Ne era il deus ex machina, scrivono gli investigatori. Paolo Ruggirello, aveva forti interessi nel mondo delle cooperative e dei servizi sociali. A Marsala è clamoroso il caso della cooperativa “Serenità” che gestiva, fino poco dopo l’arresto del politico, il centro diurno “Arcobaleno” di Strasatti.
Paolo Ruggirello, pur non avendo sulla carta alcun ruolo, è stato il vero amministratore della cooperativa Serenità. La cooperativa a Marsala, tra le altre cose, gestiva su mandato del Comune il centro diurno Arcobaleno di Strasatti, che dava assistenza a ragazzi autistici. Anche se sulla carta quel centro era gestito da Stefania Mistretta, già alle dipendenze del re delle coop Norino Fratello, era Ruggirello a muovere tutto, e soprattutto a decidere le assunzioni. Ruggirello, emerge dalle indagini, teneva incontri e colloqui con persone da assumere. Sfruttava in sostanza il suo potere da deputato questore, i suoi rapporti anche per velocizzare le procedure di accreditamento della sua coop.

Ma soprattutto nel corso degli anni ha assunto parenti di politici, e politici stessi, che sono passati nel suo gruppo, sotto la sua ala protettiva, proprio in corrispondenza con appuntamenti elettorali.
 

LA SUA DIFESA
“Ho incontrato il boss Pietro Virga, ma mi hanno teso un'imboscata. Quando ho capito chi fosse era troppo tardi per allontanarmi”. E' la difesa di Paolo Ruggirello.
L'ex campione di preferenze in provincia di Trapani ai pm e ha ammesso che ha incontrato i boss poco prima delle elezioni regionali del 2017. Ma è una difesa molto traballante la sua, che non convince per niente i magistrati.
“Virga mi chiese 50 mila euro per affrontare la campagna elettorale, mi ricordo che promise 1000 voti dietro il pagamento di 50 mila euro. E io accettai, ma solo per potermi allontanare il più presto possibile da quel luogo”.
Nella sua deposizione prima dell’inizio del processo Ruggirello dice di essere stato “sempre lontano da ambienti mafiosi e non ho mai avuto a che fare con situazioni che mi potessero portare ad essere, diciamo così, sotto pressione”.
Nel suo interrogatori l’ex deputato regionale ha anche detto di aver aiutato Margherita Asta in un momento di difficoltà. E a proposito della sua coop ha detto che dei funzionari del Comune di Marsala avrebbero fatto delle minacce.

 

L’ULTIMA INDAGINE


L’ultima inchiesta che ha portato all’emissione di due provvedimenti cautelari per Mariano Asaro, ritenuto boss di Castellammare, e Carmelo Salerno, boss di Paceco, già in carcere, ha coinvolto l’ex deputato regionale. Ruggirello è accusato di avere aiutato i boss mafiosi per la gestione di un ambulatorio odontoiatrico. Il boss Mariano Asaro «con l’ausilio di Salerno ed altri indagati creava una società intestata a prestanomi per la gestione di un ambulatorio odontoiatrico a Paceco- dicono i Carabinieri – Grazie all’intervento dell’ex deputato regionale Paolo Ruggirello lo studio odontoiatrico doveva essere convenzionato con la mutua». Per questa vicenda è indagato anche il sindaco d Paceco Giuseppe Scarcella.

E le immagini riprese dalle telecamere dei carabinieri mostrano Ruggirello incontrare il boss Mariano Asaro, don Mariano, che lo abbraccia e lo bacia. L’ultimo bacio.