Con rito abbreviato, il gup di Marsala Francesco Parrinello ha condannato a due anni e due mesi di reclusione, per maltrattamenti in famiglia, un marsalese di 23 anni (V.M.).
Vittima la sua giovane compagna, di 19 anni, che meno di due anni fa gli ha dato anche un figlio e che all’epoca dei fatti (fine 2017-aprile 2019) era ancora minorenne.
Secondo l’accusa, V.M., a causa della sua “morbosa gelosia”, nonché a causa “dell’abuso di sostanze alcoliche e stupefacenti e dall’incapacità di mantenere una normale relazione di convivenza”, tra le mura domestiche, nel periodo di convivenza, avrebbe più volte picchiato la compagna, con schiaffi, calci e pugni. L’avrebbe, inoltre, insultata (“puttana”) e minacciata di morte. Frequenti, poi, sarebbero stati gli scatti di violenza, con danneggiamento di mobili e suppellettili. Alla ragazza, rimasta incinta all’età di 16 anni, avrebbe anche controllato costantemente il telefono, vietato ogni contatto con altri uomini, imposto di chiudere il suo profilo facebook, costringendola pure a proseguire la gravidanza nonostante lei fosse di parere contrario. Il giovane, difeso dall’avvocato Diego Tranchida, è stato, inoltre, condannato a pagare le spese processuali e un risarcimento danni (“provvisionale provvisoriamente esecutiva”) di 10 mila euro alla sua ex compagna, costituitasi parte civile con l’assistenza dell’avvocato Vincenzo Forti. Teatro dei fatti è stata una contrada del versante nord marsalese. Una settimana fa, una donna che aveva preso le difese dell’ex compagna di V.M. sarebbe stata presa a schiaffi dal padre del giovane violento. Episodio che è stato denunciato ai carabinieri.