"Ha usato un linguaggio un po' stravagante e superficiale", così Claudio Fava sul gip che ha archiviato l'inchiesta bis sull'attentato all'ex presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, avvenuto tra il 17 e il 18 maggio del 2016.
"Su nessuno dei vari punti da noi suggeriti - afferma Fava - e' stata proposta un'attivita' suppletiva di indagine per cui oggi la procura ci dice quello che ci ha detto due anni fa, limitandosi ad acquisire e a leggere la nostra relazione per ribadire l'archiviazione. E il gip si e' detto d'accordo dimostrando di avere letto con una certa frettolosita' e superficialita' la nostra relazione, attribuendoci di avere espresso illazioni sul coinvolgimento di Antoci. Mentre noi diciamo esattamente il contrario. Le parole di Fava duante la sua audizione che hanno creato non poche tensioni, dopo aver preso atto del provvedimento del gip.
L'intervento di Fava non e' piaciuto al senatore Franco Mirabelli secondo il quale e' istituzionalmente poco corretto "esprimere dubbi sull'operato di due procure e due gip", contestando le loro conclusioni: "Sono stupito che Fava venga qui a dirci che ha ragione lui e che bisogna cominciare da capo". Anche il senatore Michele Mario Giarrusso, facendo propri alcuni passi del provvedimento del gip, ha accusato Fava "di aver detto cose gravissime". Il senatore Antonio Saccone, dal canto suo, ha invitato il presidente della commissione antimafia
regionale a "rispettare la sentenza e le istituzioni, perche' oggi stiamo scrivendo una bruttissima pagina nella storia
dell'antimafia".
Fava si e' difeso' spiegando che non c'e' una versione definitiva sul caso Antoci sostenuta dalla "commissione che si e' mossa in sintonia con il mandato che le e' stato dato, senza sovrapporsi a nessuno, e lavorando senza alcun pregiudizio. Abbiamo solo detto che conclusioni certe su questa vicenda non si possono esprimere e che per noi si doveva tornare a indagare. Apprendiamo oggi che il gip ha ribadito la verita' gia'
acclarata con l'archiviazione del 2018 e non posso mettere indiscussione le sue conclusioni. Per noi restano in campo tutte e tre le ipotesi formulate sin dall'inizio (l'attentato mafioso stragista, un atto dimostrativo, una simulazione, ndr) anche se riteniamo - ha precisato Fava - che quella dell'attentato con intenzioni stragiste rischia di essere la meno probabile".
Se per il gip, "la conclusione raggiunta dalla commissione regionale antimafia appare preconcetta e comunque non supportata da alcun dato probatorio", per Fava si tratta di "parole sopra i toni. Prendo atto che la procura non ha compiuto alcun nuovo atto di indagine, perche' non c'e'
traccia di approfondimento investigativo, e che ha ripetuto cio' che ha detto due anni fa, limitandosi a chiedere copia della nostra relazione. Il gip si e' detto d'accordo. Ma deve essere chiaro che noi non abbiamo mai accusato nessuno, abbiamo fatto domande e raccolto risposte, alcune delle quali contraddittorie, per le quali riteniamo sia necessario investigare ancora. Non ci siamo permessi di fare illazioni, non abbiamo proposto versioni e soprattutto abbiamo detto sempre che Antoci e' vittima, perche' gli dovremmo chiedere scusa? Ci siamo mossi proprio per
consentire ad Antoci di acquisire ogni verita' aspettandoci riconoscimento e ringraziamento. E quindi non accetto che nelle conclusioni del gip vengano dette cose false e calunniose con troppa leggerezza. Nella nostra relazione c'e' scritto l'esatto contrario di quello che c'e' nelle conclusioni del gip. E' legittima la decisione della procura di continuare a ritenere che il lavoro svolto fosse stato ben fatto. Tuttavia, alla luce
delle contraddizioni che sono emerse durante la nostra attivita' ci saremmo aspettati che un passo avanti fosse fatto. E prendo
anche atto che dubbi del gip non ce ne sono stati e che il giudice ha trovato convincente la proposta di archiviazione della stessa procura", ha concluso Fava. (AGI)