La luce del giorno rende lo scempio ancora più evidente. Monte Cofano è diventato una macchia nera. Il fuoco, di ieri sera, lo ha devastato, colpendo la Riserva.
Un’azione criminale che per l’ennesima volta ha ridotto in cenere il patrimonio naturale del Trapanese, suscitando rabbia e indignazione. Nessun dubbio sulla matrice dolosa. Il rogo è stato appiccato in più punti, rendendo difficile le operazioni di spegnimento condotte, per tutta la notte, da vigili del fuoco e uomini della Forestale. Hanno lottato contro le fiamme per contenere i danni che tuttavia sono ingenti. Per tutta la notte la forestale ha lavorato per spegnere l'incendio sulla montagna. Ai piedi del monte i vigili del fuoco a presidiare le abitazioni, nel caso in cui le fiamme si fossero avvicinate minacciose.
I piromani sapevano come agire. E sapevano che dopo le 20, quando fa buio, i mezzi aerei non possono intervenire per spegnere le fiamme.
Divorati diversi ettari di vegetazione. L’incendio è partito dalla Torre della Tonnara e si è propagato rapidamente, raggiungendo la cima. Il Monte ferito, violato, distrutto è un pugno allo stomaco.
Era accaduto in passato con la Riserva dello Zingaro. Questa volta è stato colpito, al cuore, Monte Cofano. I piromani sanno come muoversi, sanno dove appiccare il fuoco e agiscono con la consapevolezza di farla franca, godendosi, poi, lo spettacolo che deriva dalle loro azioni. La Riserva di Monte Cofano era stata riaperta da poco.