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04/08/2020 21:00:00

Marsala, Diego Maggio: "Uniamoci per una città che si tiri fuori dal sottosviluppo"

 Iniziata la fase della ripresa, successiva alla pandemia che ci ha costretti a casa per settimane, tutti quanti speravamo che i rapporti tra cittadini e tra politica e cittadini potessero cambiare in meglio. Speravamo che lo spirito di solidarietà che ci aveva visti intonare l’inno nazionale affacciati ai balconi delle nostre case e ci aveva orientati (a parole e nelle intenzioni) ad un rinnovato senso di comunità, potesse durare oltre la quarantena. Magari il tempo per affrontare con un altro sguardo le elezioni amministrative dalle quali tra poco scaturirà un governo nuovo per la nostra città. Tutti insomma abbiamo sperato che i politici, i partiti, gli amministratori, i consiglieri comunali, preso atto degli anni difficili che aspettano i marsalesi da un punto di vista economico e sociale, preparassero una nuova stagione in cui lo spirito di solidarietà prevalesse su quello di appartenenza.

Per questo sono rimasto attonito e a questo si deve il mio silenzio di queste ultime settimane, nel vedere prevalere ancora le vecchie dinamiche politiche, le vecchie divisioni, i vecchi rancori, i vecchi veleni, le diffidenze e i veti incrociati di sempre. Come se nulla fosse accaduto! Come se nessuna lezione dovesse essere imparata dalla politica e quindi trasmessa alla comunità in termini di buone pratiche, senso civico, sagacia nel cambiare prospettiva.

Ad una stagione nuova e per certi versi imperscrutabile, la politica ha saputo invece rispondere solo con spirito vecchio trincerandosi dietro il paravento delle ideologie e della retorica dei tesseramenti, negli schieramenti tradizionali e nelle divisioni di sempre. Invece di rispondere con nuovo dinamismo, i maggiori protagonisti della vita politica cittadina hanno preferito restare ai propri posti, scegliendo la soluzione più comoda.

A cominciare dal PD, proprio quel partito che nel 2007 ho contribuito a fondare e che da anni vede calpestate e neglette al suo interno le migliori risorse umane, sacrificandole sull’altare di dinamiche politiche oscure e dirette da capi e capetti politici non marsalesi e tradendo tutte le generali aspettative di forza politica moderna, progressista, libertaria. Per questo, in questo panorama, spiccano per purezza di posizioni proprio quelli che adesso vengono criminalizzati come “dissidenti” e che invece reclamano soltanto il diritto alla libertà delle opinioni e a poter partecipare al dibattito pubblico per ridisegnare la nostra città. Un dibattito pubblico mortificato da cinque anni di amministrazione scialba e di politica ottusa che ha pilotato la nostra bellissima Marsala verso un evidente sottosviluppo.

È proprio a cominciare da questi spiriti liberi del Pd - i primi ad aver scontato sulla propria pelle la “finta” vittoria di cinque anni fa di quello che consideravano il proprio partito - e anche a tutte le donne e uomini di buona volontà, di destra e di sinistra, che faccio un nuovo appello.
Marsala ha bisogno di un governo di competenti, una squadra che aggreghi le migliori energie della città, superando gli schieramenti. Marsala ha bisogno, oggi più che mai, di gente che abbia il coraggio di mettere a disposizione le proprie capacità, esperienze e biografie per far fronte ad una emergenza straordinaria, epocale, ancora tutta da affrontare.

Dobbiamo unirci in un governo di solidarietà cittadina, di salute pubblica d’emergenza che possa redimere Marsala dalla deludente amministrazione di questi anni, dalle erbacce sui marciapiedi, dall’immondizia ovunque, dalla crisi idrica, dalla totale mancanza di visione, da una mortificazione della sua cultura e delle sue culture. Un governo che tiri fuori la nostra città dalle secche del sottosviluppo e la proietti verso un futuro condiviso. Ma per far questo bisogna unire le forze: c’è bisogno di gente disposta a spendersi, a mettere la propria storia personale a disposizione della città, al di là delle precostituite barriere ideologiche. Persone capaci di fare prevalere sugli steccati di pensiero, le categorie del fare: su temi come agricoltura, turismo, porto, aeroporto, viabilità, acqua, rifiuti, servizi sociali, decoro, ambiente. Di questo dobbiamo essere capaci di occuparci nei prossimi anni per far rinascere una città come la nostra, difficilissima da amministrare, ma straordinaria per potenzialità, dimensioni, storia e profondità di cultura.

Uniti, possiamo affrontare la sfida. Dobbiamo puntare ad una grande città, quale Marsala è: mettiamoci insieme per costruire un’alternativa o per individuare tra le forze che si sono fin qui organizzate quelle che si sono mostrate disponibili al dialogo per un futuro bello, pulito, libero e tutto nostro.
Lasciamo perdere quello che fin qui ci ha divisi e facciamo prevalere quello che ci unisce e ci unirà: l’amore per questa terra e per chi vuole viverci.

DIEGO MAGGIO