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05/08/2020 06:00:00

Trapani, l'arresto di Bucaria. Così voleva uccidere il cognato ...

 Il confidente di Procura e investigatori, l'imprenditore che, tra alti e bassi, aveva raccontato il sistema delle estorsioni a Trapani,  tanto da meritarsi l'appellativo di "imprenditore antimafia".

E che però, tra le altre cose, aveva commissionato anche l'omicidio del cognato.

Fa molto discutere a Trapani l'arresto di Matteo Bucaria, tra gli imprenditori più "protetti" dalle istituzioni. L'accusa per lui è pesantissima.

Nel 2013, secondo la Squadra Mobile, ha ordinato l'omicidio di suo cognato, Domenico Cuntuliano, impiegato presso una sua ditta edile.

L'obiettivo era mettere le mani sul suo patrimonio, dato che Bucaria era in difficoltà per una condanna per bancarotta fraudolenta. Il cognato, invece, tra un'eredità e un risarcimento danni per un incidente subito aveva tra le mani 650.000 euro. 

Bucaria cominciò a sottrarre il denaro al parente. In pratica, non gli aveva fatto capire a quanto ammontava l'indennizzo dell'assicurazione. Lui pensava 100.000 euro, ma in realtà erano molti di più, mezzo milione di euro. 

Quando Cuntuliano ha cominciato a fare troppe domande, è venuta l'idea dell'omicidio. L'incarico fu dato da Bucaria ad un amico, Gaspare Gervasi, fontaniere al Comune di Trapani, in cambio di soldi. E' Bucaria stesso a consegnare a Gervasi un fucile a canne mozze per l'esecuzione del delitto. Il fucile era detenuto illegalmente. 

Ma nonostante i due colpi di fucile ricevuti, Cuntuliano riuscì a sopravvivere e a scappare. Dopo essere stato ferito Cuntuliano è salito in automobile e si è diretto verso il centro abitato dove è stato soccorso e trasportato in ospedale prima a Trapani e poi con l'elisoccorso all'Ismett a Palermo.

I due si erano recati in campagna perché Gervasi aveva chiesto a Cuntuliano un incontro per parlare. Non appena sceso dall’auto, Gervasi aveva imbracciato un fucile e aveva  fatto fuoco.

E' stato arrestato e condannato a 12 anni di carcere. Ed è stato proprio lui a mettere gli inquirenti sulle tracce di Bucaria, perchè dal carcere gli ha scritto una lettera chiedendo i soldi promessi e una rendita.  E' il 27 Giugno scorso. Dal carcere di Augusta Gervasi scrive a Bucaria: "Matteo, tu sai che io non ti ho mai tradito. Mi sono avvalso della facoltà di non rispondere tramite S.B.. Mettigli mille euro in una busta al mese e la lascia a mia moglie, che sta facendo una vita da cane per colpa mia ...". Una lettera anonima, arrivata alla Squadra Mobile nel settembre del 2019, aveva già avvisato i poliziotti sui rapporti tra Gervasi e Bucaria. Cuntuliano conferma poi i sospetti sul cognato. Le intercettazioni danno ulteriore corpo agli indizi. Ieri, il clamoroso arresto.  

Matteo Bucaria è un nome molto noto a Trapani e non solo, per le sue denunce, ma anche per molti episodi in chiaroscuro che lo riguardano. Ha da poco patteggiato un'altra condanna per bancarotta fraudolenta.

Tanti anni fa, Matteo Bucaria dichiarò, in processi di mafia svoltisi davanti il Tribunale di Marsala, di essere stato vittima di estorsioni per lavori effettuati, o che avrebbe tentato di effettuare, a Marsala e a Petrosino. Così come raccontò delle tangenti pagate per effettuare lavori a Pantelleria.

Da altre indagini, però, è anche emerso ad esempio che, a Trapani, vessato dal racket delle estorsioni, per liberarsi dagli impicci, piuttosto che rivolgersi agli investigatori, si rivolse all’imprenditore Vincenzo Mannina, che successivamente fu prima condannato e poi assolto dall’accusa di associazione mafiosa.